Vi spiego, signori, la verità sul derby. Quella scomoda, quella che proprio vi fa schifo ascoltare, o forse, troppo schifo sentendola per intero non farà.

La Lazio non sa giocare la stracittadina.
Non sappiamo per quale astruso incantesimo, ma potrebbe essere reduce da una vittoria contro il Real Madrid, eppure perderebbe lo stesso.
Questione di carattere?
No, questione di bambole vodoo.
Trovi in campo Badelj, un giocatore sopraffino diventato improvvisamente re dei cartellini quasi a volersi contendere il primato di Mauricio.
Dai, ma è Lorik Cana travestito?
Rimane comunque “Badeljissimo lui” e noi lo amiamo lo stesso.

Una verità che non vi piacerà abbastanza, è che Kolarov da lì la butta dentro. In tutti i modi, in tutti i luoghi, in tutti i laghi.

Brutto ricordare il tempo in cui si stava meglio…in cui la forza della Lazio non era nelle giocate virtuose figlie del calcio spagnolo, ma era nelle sue ali. E vi voglio fare due nomi: Keita/Anderson.
Oggi me ne sono resa conto più che mai, in campo non c’è fantasia.
Sia sempre lodata la stabilità e chi la inneggia, però il guizzo, l’imprevedibilità, quel non essere “costante”, ora quanto vi manca?
Tanto, troppo…manca e basta.

Vi rendete o no conto che senza il funambolico brasiliano abbiamo perso qualcosa? O continuerete a pensare che sia solo io ad avere gli occhi foderati per l’idolatria verso Anderson?
Meditate.

Mili’, ma è tornato tuo fratello? Ma i “settemila caffè” di Alex Britti? Caffetteria, Sergej da servire subito!

Una verità che adesso forse faticherete a  sentire, è che non abbiamo una pessima squadra. La verità è che non bisogna disprezzare nessuno.
Strakosha ne ha presi 3? Grazie a lui non ne abbiamo presi 5!
Ogni tanto Martin la butta troppo in Caceres, ma da qui a chiamarlo “finito” ce ne passa. Avvolgere il nastro e vedere Mondiale!
Luiz Felipe si crede l’omonimo Ramos galactico e fa bene perché piccoli difensori crescono.
Sappiamo che in campo c’è Senad Lulic e sono stufa di difendere i “grandi lavoratori”, se non capite l’importanza del capitano, io non ho nulla più da dire.
E poi, “uomini partita Sky”: Pellegrini, Kolarov, Immobile, LULIC.
Allora non sono una unica visionaria folle.

“Chi c’ha Leiva non trema”. Stop.

E queste sono le tante verità che proprio schifo non fanno.

Noi tifosi siamo critici e disfattisti per natura, si sa, spesso non abbiamo nemmeno alibi per giustificare questo nostro essere.
Stavolta è un derby, la volta prima era L’Apollon Limassol, quella prima ancora era una vittoria striminzita.

Fate decantare la rabbia e prendere coscienza che in un campionato lunghissimo si perde anche.
Un campionato è fatto di occasioni sotto porta sprecate, defaillance difensive, papere in porta e se questo non vi garba, c’è la Formula 1.

Poi vi racconto un’ultima verità che forse non piace “agli altri”, quelli che occupano la sponda giallorossa del Tevere:
La Lazio non sa giocare i derby, tranne quelli importanti, quelli che contano davvero qualcosa, tipo quelli in Coppa Italia. Do you remember, caro cugino abbruzzese?

 

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