Fino a giovedì sera era per qualcuno il vero “intoccabile”, ancora lo è a fasi alterne, ma per altri Simone Inzaghi ha esaurito la “garra”.

Quando si perdono malamente due partite consecutive, si fanno i conti con fredda lucidità, si analizza la squadra ed inevitabilmente si finisce per mettere sotto la lente d’ingrandimento l’allenatore.

Inzaghi sì? Inzaghi no? La squadra dei cachi…

C’è chi addirittura ha ipotizzato uno scenario della serie “gli ammutinati del Bounty”, calciatori in rivolta contro il tecnico, ma questo è totalmente da escludere. Non lasciamo galoppare la fantasia perché non sappiamo cosa realmente accade nei corridoi segreti di Formello.

Fatto sta che le critiche iniziano a scendere giù dal cielo come neve in un dicembre svedese.

Ed ecco la parola che fino a giovedì era pura blasfemia: “esonero”. La Fiorentina sarà l’ennesimo banco di prova, tanto oramai lo sono tutti, lo è stato anche il Frosinone con tutto il rispetto.

Nessuno ha parlato di dimissioni, di saluti o roba simile, ma obiettivamente, c’è una crepa che è stata colmata col “niente” e sempre più ha spalancato le fauci.
Una voragine che si era aperta sotto i piedi biancocelesti dalle amichevoli precampionato.

Non voglio parlare di “esonero” in quanto è solamente una mera ipotesi portata avanti da alcuni tifosi, però guardiamoci in faccia, tante cose non funzionano.

Andiamo però a vedere il bello ed il brutto del tecnico piacentino…

INZAGHI’S FLOP

Ancora una volta, l’allenatore non ha saputo imporsi nella sessione di calciomercato, non è cattiveria, non è una bastarda affermazione, è la verità nuda e cruda.

Voglio portare alla luce un fatto che dallo scorso anno, mi fa un pochino storcere il naso: in Europa via alla libera “sperimentazione”.
Perché il torneo dev’essere preso come “fase embrionale” di un esame per le seconde linee?
Ogni volta che si parla di turnover si sceglie come campo quello internazionale.
A mio parere, solo a mio modesto parere eh,  il ragionamento è assolutamente sbagliato poiché vincere l’Europa League, o almeno provarci, sarebbe assai più esaltante come traguardo rispetto ad un campionato che vede le prime 3 posizioni già assicurate.
Se decidi di presentarti sotto le luci dei riflettori fuori i confini del Belpaese, allora che si punti ad alzarla al cielo quella Coppa! La massima ambizione invece è quella di reggere il più a lungo possibile.

I “big” non girano, Milinkovic-Savic e Alberto dormono, che Simone abbia perso il suo appeal anche su di loro?

I cambi non arrivano mai…
Anche questo è diventato problematico, l’ostinazione a non voler chiamare una sostituzione a meno che non sia il 70/80 esimo minuto o giù di lì.
I cambi arrivano presto solamente nel caso qualche giocatore si sia sfracellato, vedi Durmisi.

Qui lo dico e non lo nego: la maglia titolare spesso sembra premiare tutto tranne il merito. Ed il mio discorso si chiude qui con la stessa velocità con cui l’ho aperto
Piccolo spazio e pubblicità…

Dici “modulo” e c’è chi vede rosso.
Dici “modulo” e ti accorgi che non funziona.
Perché Inzaghi non apporta modifiche?
Se la Lazio ha perso le sue ali, è davvero impensabile giocare senza abbozzarle?

Non ci piacciono i suoi “beh, sì, dai..” in conferenza stampa. Può essere un motivo valido?

INZAGHI’S TOP

Quanto scritto sin ora, sembra che Inzaghi sia stato nefasto per la Lazio, ma non è così.
Torniamo per un secondo all’estate che lo portò sulla panchina biancoceleste per occupare una seduta che scottava.

Era il momento dei tifosi in piazza in totale rivolta.

In un clima di forte contestazione per il mancato arrivo di Bielsa, il mister ha saputo costruire la sua isola felice lontana dal caos lavorando sodo per “ricostruire” sulle macerie di una stagione disastrosa. E quello che vedemmo poi, fu la vera sorpresa.

Ha dimostrato più volte di saper mettere in campo la Lazio, l’ha saputa prendere per mano nel momento peggiore e trasformarla.

La gente è tornata allo stadio ed il merito, per una buona percentuale, fu proprio il suo.

Il modulo tanto criticato, l’anno scorso ha fatto sì che la squadra si mettesse in luce come macchina da gol.

Sicuramente Simone gode della stima dei “senatori” e della società che lo scelse, ha vinto una Supercoppa e questo non si può dimenticare.

INZAGHI OGGI…

Ma Reja è andato in pensione, chiede qualcuno scherzando sul web.. Di Canio, qualcun altro candida sui social.  Sarà che il tifoso sente già il rumore di una panchina che scricchiola?

Ci siamo davvero stufati di tutto al punto che questo rumore vorremmo sentirlo per davvero?

In tanti cominciano a chiedere lo scalpo di Inzaghi cercando quella momentanea ventata

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