Buona lena grazia e posa plastica, il gesto del “Sergente” che saluta la sua tifoseria in adorazione come a dire: “tranquilli, ci sono io”.

“Looking so long at these pictures of you ..”, cantava Robert Smith (The Cure) e la traduzione di questo passaggio, appartenente al bellissimo testo, significa: “ho guardato così a lungo le immagini di te”. Mai come adesso sembra più appropriato.

Abbiamo guardato talmente a lungo le immagini di Sergej nelle vesti di “mister 100 milioni”, che abbiamo finito per crederle reali.

“Ma che c’hanno mandato er fratello?”

Ho uno striscione nello stivale ahi… Il vero Milinkovic vive nel sottosuolo del Santiago Bernabeu, o è stato abbandonato sull’ isola di Lost?

E la colpa è pure tua Sergio’, ci avevi abituati alla classe, al virtuosismo, alla giocata che ti faceva esclamare in tono tipicamente romano: «Me c*****i». Per chi è di Pordenone, seguiranno poi sottotitoli.

Era stato l’uomo più atteso, “Non te ne andare”, si levava continuamente un coro social, nessuno ci credeva più, eppure Milinkovic non è partito in estate.
Ma come è tornato? La copia sbiadita dell’originale.
La forma fisica oramai è un alibi che non regge più, un alibi che può placare le critiche per le prime due giornate.
La causa di questa becera metamorfosi, non è neanche da cercare nella mancata fiducia da parte dell’allenatore, anzi , Inzaghi non è mai andato oltre al buffetto sulla spalla continuando a cucirgli addosso la maglia titolare.
La società? La dirigenza capitolina lo ha appena rinnovato con un contratto da vero top player alzando il tetto ingaggi dell’era lotitiana.

La forma fisica non c’entra, nessun ammutinamento, nessuno scontro con il mister, per la Lazio è il vero “intoccabile”, ma allora che succede Mili’?

E vorrei chiederlo come solo una sorella saprebbe fare.

Sergej non c’è, Sergej è sparito.

Poco prima del fischio d’inizio per il match che vedeva opposte Lazio e Fiorentina, alcuni tifosi, nei pressi di Ponte Milvio, avevano esposto uno striscione rivolto proprio al serbo e Luis Alberto, i due grandi presenti/assenti.

Non è stato gentilissimo è vero, ma i litri di veleno liquido riservati ai supporters autori di ciò, è oltremisura. Dopotutto se non funziona la carota, rimane il bastone.
Ognuno sprona a modo suo, esagerato, estremizzato, ma in quello striscione non vi era nulla se non l’intenzione di suonare la carica favorendo una risposta sul campo.

Forse servirà una spinta maggiore, ad esempio l’impegno internazionale con la sua Serbia.

Sergej ha annaspato, si è arrampicato sugli specchi, ha vissuto dietro la nomea di “mister 150 mln”, ha goduto della fiducia cieca da parte di Inzaghi, offrendo in cambio soltanto la bruttissima versione del fenomeno che aveva fatto innamorare non solo i laziali, ma mezza Europa.

Contro la Fiorentina, Milinkovic-Savic ha macinato, numeri alla mano, più chilometri di tutti, indice che lo strapotere fisico c’è ancora e la prestanza non è in dubbio.

Un fattore che da una parte consola, ma dall’altra, preoccupa.
Che sia stata l’estate sotto i continui riflettori e le continue chiacchiere, o il Mondiale alternato da grandi giocate e sciatteria, ad averlo affaticato mentalmente?
Che le fatiche non siano mai state smaltite, almeno quelle emotive?

Ricordiamo che sotto la casacca, quando si sveste la maglia, rimane solo l’uomo, il ragazzo di 23 anni in questo caso. Le pressioni, i rumors, anche le grandi aspettative, possono incidere su un carattere sensibile. O almeno in questo crede Inzaghi e lo ha dichiarato apertamente: non è facile vedere certe cifre accostate al proprio nome.

Ansia da prestazione, il mister crede che il bandolo della matassa sia tutto qui.

In gol contro il Genoa, il buio nelle due debacle del derby e Francoforte, prova da atleta contro la Fiorentina e poi lo stesso voto mediocre in pagella.

Il serbo non è rimasto indifferente davanti allo striscione, davanti a quella rabbia mossa dall’affetto, quella rabbia che ha un solo scopo: scuoterlo per farlo tornare al “daje de tacco e daje de punta” ed era magia.

Intanto la società capitolina spera che questo ritorno momentaneo con la sua Nazionale e la pausa dall’ambiente romano, possano aiutare Sergej a ritrovare la concentrazione.
Parliamoci chiaro: non può essersi bruciato in due mesi!

Claudio Lotito ha dichiarato di considerarlo come un figlio e non si risparmierebbe dal metterlo in castigo, avrebbe 150 milioni di buone ragioni per metterlo in punizione e a letto senza cena!

Dai Sergej, torna a fare il Milinkovic-Savic!

 

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