La faccio semplice: siamo quarti in classifica.Tre punti ci dividono dall’Inter al di sopra di noi, tre punti ci dividono dalla Roma sotto di noi, il Milan ci fiata sul collo per una sola lunghezza.
Capite perché la vittoria è non solo importante, ma indispensabile?
Indispensabile per allontanare il morbo da big, anche se i rossoneri al momento sono “big” a metà, potrebbero lo stesso insidiare l’Olimpico.
I biancocelesti crollano davanti a squadre di superiori o pari livello, ma con tutto il rispetto, i ragazzi di Gattuso non sono certo al pari della Juventus.
Ed ecco perché il passo falso sarebbe nefasto soprattutto per gli umori del popolo laziale.
Se di tutti i big match ne avessimo almeno azzeccato uno, adesso saremmo tutti più contenti.
Così non è stato, a Sassuolo il primo pareggio ed un risultato passivo sul tabellone diventerebbe abbastanza fastidioso.
C’è da difendere il quarto posto… Punto primo all’ordine del giorno.
I biancocelesti si annullano quando si trovano a dover affrontare un’avversaria dal quinto posto in su in classifica, un difettuccio che va corretto, una sbavatura sul grande disegno.
Andiamo in ordine.
Alla fiera dell’Est Higuain un rosso beccò, Biglia, Caldara, Romagnoli, Musacchio, Bonaventura….
Tutti out e l’occasione fa l’uomo ladro.
E se non si sfrutta per una volta la sfiga altrui!
“Eh .. ma insomma”, il mister ripete sempre nelle conferenze stampa post disastro, stavolta non vogliamo sentire né i se e né i ma.
Blackout…. Minuti di vuoto… svarioni…
È l’ora di diventare grandi e di far crollare gli alibi.
La partita si conclude al triplice fischio, a volte però la Lazio ha smesso di giocare molto prima, o di farsi prendere la mano dai festeggiamenti per un gol mentre ne subiva uno di straforo.
Non segna solo Higuain al mondo, la sua assenza non dice che non subirai reti, anche perché alcune volte ne sono stati incassati certi che potevano essere facilmente evitati.
Errori grossolani e svarioni.
Spesso abbiamo pensato di essere sul tetto del mondo ed in 20 minuti il mondo ha girato talmente veloce da crollarci in testa.
Problema di gestione, di non saper gestire interamente i 90 minuti e di questo ne abbiamo avuto prova anche a Salisburgo….20 minuti di sana follia, oppure contro il Francoforte.
Tanti sarebbero i casi da nominare, troppe le volte in cui 20 minuti appena hanno scritto l’epilogo tragico.
Manca il carattere?
Assurda un’affermazione simile per una squadra che vede militare tra le sue fila Lulic, Parolo, Leiva, Acerbi, Immobile, Radu…..gente che del carattere ne fa una bandiera.
Eppure succede, davanti alle “big” la Lazio trema.
Vi ricordate il derby per caso?
Oppure l’assenteismo al cospetto dell’Inter?
I nerazzurri banchettavano tranquilli sulla carcassa dell’aquila indisturbati, aspettando forse una reazione d’orgoglio che non c’è stata.
Lazio-Milan è un big match?
Sì, lo è nonostante le defaillance di entrambe, è una sfida nei quartieri alti della classifica per due che non sono lì per caso ma sognano la Champions.
L’unica strada percorribile è lasciare i fantasmi del passato al passato, senza l’ansia da prestazione e ricordare che il “Diavolo” farà pure le pentole….ma non fa i coperchi!