Solo 4 punti portati a casa in un mese. Chi evita la parola “crisi” forse non è di questo mondo, perché la crisi c’è eccome. Siamo quinti nonostante Wallace, le altre sono forse peggiori e così abbiamo usato tutto l’ottimismo che avevamo conservato da una parte.

Ok, siamo quinti, ok le altre sono peggiori, ma attenzione: le altre sono ad un passo da noi.
Ecco che l’ottimismo si esaurisce miseramente.
Tante squadre raggruppate in solo 4 punti e poi anche il Parma non troppo distante.
E se ad inizio stagione l’obiettivo era praticamente imperativo di un’annata, adesso diventa categorico il bisogno di non perdere un colpo.
Le distanze si assottigliano pericolosamente e Martin per un punto non vuol perdere la cappa.

Perdere. Ma cosa è andato perduto realmente?
La Lazio ammirata lo scorso anno non esiste più.
La grinta, lo spettacolo, la determinazione e soprattutto il gol, eh sì, perché nella passata stagione si perdeva e si pareggiava, ma si sfaciolavano reti a più non posso.
Allora ci stava la colpa data al VAR, agli arbitri, a tutti meno che ai biancocelesti.

Oggi la squadra è imprecisa, non colma più qualche tecnica carente con la cattiveria, anzi, a mancare è soprattutto il carattere.
Strano dirlo se pensiamo che la rosa vanta elementi piuttosto “focosi”.

Come riporta La Gazzetta dello Sport, i capitolini hanno ad oggi ben dieci punti in meno in classifica rispetto all’anno scorso.
Peggio, attenzione al peggio,  ha fatto soltanto la Roma con 12 ed il Chievo con 17.
La situazione viene ulteriormente peggiorata dai numeri, se prendiamo in esame le reti segnate: se nella passata stagione arrivati alla sedicesima giornata ne erano stati messi a segno 39, quest’anno la quota è 22.  Una differenza di 17 marcature.

Dal 4 novembre la gang di Inzaghi è prigioniera nella terra di mezzo e non fa piatto pieno. Di 15 punti disponibili  ne sono stati conquistati 4 a fatica e non è sempre Juventus o Napoli.

La verità non ci piacerà: uno score così negativo lo abbiamo sfiorato solamente nel nefasto periodo di Ballardini.
Eh già, Inzaghi come Ballardini, almeno numericamente parlando.

Ballardini, nome che fa crollare il mondo.
Ballardini e si piomba nel panico.
Ballardini è meglio dimenticare.

Non dobbiamo rassegnarci al fantasma dell’ex nefasto tecnico, ma dobbiamo tremare perché un posto sul treno Champions League è fortemente a rischio.
Una missione possibile che lo rimarrà ancora, ma l’offerta ha un tempo limitato!

 

 

 

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