Non voglio aprire nessun dibattito, i pro/contro Lotito sono diventati noiosi. Ho solamente voglia di raccontarmi la verità senza fronzoli, così com’è senza trovare inutili appigli alle speranze di futuri voli pindarici.
E per farlo, non mi serve vivere nel passato o tornare troppo lontano con la mente.Basta coi paragoni.
La Lazio di Cragnotti e quella di Lotito sono due Lazio, diverse mille secoli ed imparagonabili. Viviamo nel presente, nell’era dei budget ristretti e delle belle speranze di calciatori semi sconosciuti che sbarcano a Formello.
Qualcuno di questi fu Felipe Anderson, qualcun altro Adam Marusic, ma quando si pesca nel reparto “grandi occasioni”, non sai mai se tra le mani avrai una stellare futura plusvalenza, perché questo conta e non progetti di crescita, o un ingaggio buttato al vento che ti resterà sul groppone per un contratto troppo generoso.
Due Lazio diverse, quella che fu e quella che è, in comune qualche torto arbitrale, il sistema, la casta, come vi pare, cose che sono accadute dalla notte dei tempi. E chi vuole ancora attaccarsi a questi alibi, lo capisco perché spesso è meglio una bella bugia che una brutta verità.
Sir Alex Ferguson disse qualche anno fa: “La Lazio del 2000 era la squadra più forte del mondo”. Questo rimane soddisfazione e ricordo.
Non siamo il Barcellona, non lo saremo mai e se qualcuno ci spera, fa prima a tifare il Barcellona. Certo andare allo stadio sarà più costoso.
Noi siamo quello che siamo: tirare avanti la carretta, sperare nel piazzamento in Europa League, arrivare più avanti possibile nel torneo, sognare un quarto posto, vincere il derby che fa sempre bene alla salute.
Quando la rabbia si sopisce, rimane uno “SPIACE” e la consapevolezza di essere ciò che siamo.
Quindi che dire?
Non siamo il Barcellona, nemmeno la Juventus. Non hai Messi, non hai Ronaldo e ci posso anche stare ma, caro Inzaghi, un giorno ci dovrai spiegare perché Marusic è titolare. Quando penso che la vita sia ingiusta, me ne convinco ancora di più vedendo Adam che, non solo tocca pallone, ma lo fa in Europa League ed è pagato.
Oltre le incazzature, tante eh, bisogna guardarci in faccia e raccontarci la verità, perché le favole ce le hanno già raccontate.
I sogni stanno a guardare, punta alle stelle e mal che vada avrai camminato sulla luna. Mentre le altre cresceranno, noi siamo destinati a rimanere in un limbo lungo 15 anni e che, purtroppo, altri ne aggiungerà.
Alla fine scendono i titoli di coda, rimangono poche ambizioni e si va avanti ingoiando delusioni. Ma c’è una cosa che mi salva sempre da questo pessimismo Leopardiano: la Lazio non è Claudio Lotito, la Lazio è oltre!