Dopo la notte di Siviglia il pessimismo cosmico e Leopardiano, c’aveva pervaso la mente e si era in essa ramificato tra iatture, infortunati, Patric che mandava a quel paese chiunque… Europa League e pensare di vincerla? Seeee, ma quando mai!
In effetti in casa Lazio va di moda un trend: lavoriamo per arrivare il più avanti possibile! La finale è cosa aliena, ma una mentalità così, una dirigenza che non ha mai dichiarato apertamente l’obiettivo di primeggiare nel torneo, può ambire all’Europa più blasonata? O meglio rimanere a far rodaggio nella “sorellastra” della Champions?
In questo momento tutti abbiamo la sensazione di essere arrivati davvero al crocevia di una stagione; o si marcia verso il quarto posto, o si molla. Certo non abbiamo perso le speranze di dominare nella parente alla lontana delle due Europe, League e Champions, ma confidiamo ancora nella Coppa Italia che, come trofeo, troppo schifo non ci fa. Perché non siamo snob, non siamo il Barcellona e non collezioniamo “porta ombrelli”, perciò per noi rimane sempre una bella coppetta da alzare al cielo.
Ma per fossilizzarsi sui soliti dubbi, meglio la semifinale o il campionato, abbiamo ancora tempo e ne parleremo quando sarà il momento. E se qualcuno si chiede se sia giusto accantonare l’idea della Coppa Italia per concentrarsi sul quarto posto, entrambe le cose non sono proprio una barzelletta. Non c’è però il rischio di beccare lo spauracchio Juventus in finale…evviva , evviva, rallegriamoci!
Da inizio stagione, l’obiettivo della società è stato proprio il raggiungimento della zona Champions League, con il susseguirsi dei problemi però, qualcuno ha gridato al miracolo il solo rimanere nei quartieri dell’Europa League.
Il sogno strappato lo scorso anno tra Crotone e 20 maggio, è diventato quasi una chimera, ma non è ancora sfumato del tutto. Ragioniamo a mente fredda e cosa aspettarsi mentre si aspetta?
Scontri diretti con le milanesi, entrambi a San Siro, che paventato la possibilità di togliere punticini alle dirette rivali. Altro importante “pro” la gara da recuperare, Udinese, ghiotta occasione per fare piatto pieno. Arrivano però anche le dolenti note con cui fare i conti perché non è solo rose e fiori, ci sono anche le spine e cioè gli 8 punti di distacco dall’Inter con Roma ed Atalanta racchiuse nello stesso calderone delle poche lunghezze. Eh già, perché tra l’una e l’altra, non passa più che un giro di valzer, stiamo tutte lì senza esclusione di qualche exploit più in basso in classifica.
A complicare ancora di più la rimonta è il mese di aprile. La Lazio dovrà giocare infatti 8 partite in 28 giorni, tra cui il recupero con l’Udinese e la semifinale di ritorno di coppa Italia contro il Milan.
La storia insegna: qualche tempo fa, nel momento caldo, tante partite raggruppate portarono ad infortuni continui. Lo spettro delle defaillance last minute è sempre lì che ci alita sul collo. Gap tra panchina e titolari, copertina corta… Insomma il ritornello oramai lo suoniamo a memoria.Per agganciare la zona Champions League diventa indispensabile concretizzare sotto porta, il Franchi è di nuovo l’emblema di una stagione poco cinica e sprecona.
Estrema rimonta? Crederci sempre, arrendersi mai