Dopo la mia personalissima classifica dei 5 peggiori bidoni dell’era Lotito (te la sei persa? Corri qui!) vi presento oggi un’altra mia classifica personale: quella dei 5 giocatori più odiati ed insultati dell’era Lotito.
Sono sicuro che molti si staranno chiedendo qual è la differenza, ebbene tra l’essere un bidone e provocare le ire dei tuoi tifosi ce ne passa di acqua sotto i ponti… Basti pensare al mio citato bidone Leitner, sfido chiunque ad averlo insultato anche solo una volta.
Chiarito dunque il senso e le dovute differenze di questa bellissima (bellissima?!?) classifica, iniziamo a sfornare finalmente i miei 5 nomi in quanto anche io essendo un tifoso spinto e puro come voi, non mi sono risparmiato verso di loro, anche se mi sento in dovere di precisare che mai e poi mai si dovrebbe adottare un comportamento offensivo e denigratorio verso qualsiasi altra persone.
Per stilare questa classifica ho tenuto in considerazione il mio stato d’animo mentre erano in campo, la loro effettiva ed incontestabile inutilità di gioco e la quantità spropositata di errori che commettevano, oltre che quindi la mole di insulti che richiamavano.
Via, dal meno odiato al più insopportabile giocatore!
5. Christian Sisostri Manfredini
Arrivato dal Chievo da solo nella complicatissima trattativa che avrebbe dovuto portare a Roma anche Eriberto, poi Luciano, non ha mai reso secondo le aspettative. La verità è che era inadeguato per la Lazio in cui era atterrato, ed il suo carattere probabilmente fragile non lo hanno aiutato a migliorare. Col passare degli anni la situazione non è mai migliorata, anzi, ogni volta che giocava, entrava o toccava un pallone piovevano valanghe e valanghe di fischi. Dopo il suo ritiro dal calcio giocato la situazione è nettamente migliorata.
4. Adam Marusic
Giocatore della Lazio di oggi, esterno di centrocampo dotato di grande velocità e buon dribbling sulla carta. In campo raramente ha soddisfatto le aspettative, e se alla fine del primo anno in biancoceleste aveva convinto pochissime persone, la situazione è precipitata del tutto durante la sua seconda stagione, quella attuale. Nemmeno una sufficienza nei primi sei mesi, una contestazione che sui social è diventata asprissima (ironica, la sua ‘presunta’ fan page ha dichiarato di essersi arresa), un mese, quello di gennaio, passato a richiedere a gran voce che la società facesse uno sforzo per sostituirlo. Proprio queste dure critiche sembrano aver migliorare qualcosa, producendo qualche buona partita di Marusic proprio nel momento in cui meno in assoluto ci si aspettava qualcosa da lui. Il suo futuro è ancora un mistero, i rapporti sembrano essere sul filo di lana: se gioca bene si va avanti, ma al primo errore scatta la rabbia. A giugno inevitabile verrà da chiedersi se vale la pena continuare a puntare su di lui.
3. Felipe Caicedo
Secondo giocatore della Lazio di oggi ad essere presente in questa classifica; il panterone bisogna dire che ha saputo ribaltare completamente lo stato d’animo dei suoi tifosi nel giro di appena sei mesi. Oggi è tendenzialmente apprezzato per la sua umiltà ed il suo spirito di sacrificio, oltre che per aver segnato con una regolarità che gli era sempre mancata prima d’ora. Non è un idolo e probabilmente non lo diventerà mai, eppure questo rapporto di calma e tranquillità sembrava una vera utopia solo 6 mesi fa, quando la Lazio uscì sconfitta dal confronto con l’Inter ed inevitabilmente venne esclusa dalla corrente Champions League. Grandissima parte della colpa venne data proprio a lui, Felipao, reo di essere stato poco incisivo, poco cinico, di aver sbagliato gol pesanti e aver fatto rimpiangere gravemente Immobile, autore nel frattempo della sua miglior stagione. Alla pronuncia del suo nome gli animini si scaldavano in un baleno, durante i tre mesi estivi migliaia di messaggi e chiamate hanno pregato, scongiurato la società di liberarsi della ‘zavorra’ Caicedo e puntare su chiunque altro al suo posto. Lui non se l’è presa, mai una parola fuori posto, mai una lamentela. Si è rimboccato le maniche, ha convinto Inzaghi a continuare a puntare su di lui, ed ha ripagato un po tutti in campo con delle ottime prestazioni che hanno totalmente ribaltato e riabilitato il suo nome, arrivando addirittura a segnare e convincere nel derby al cui termine chiese di non essere ricordato per l’errore di Crotone, ma per il gol alla Roma. Ed è ciò che faremo. Ti chiediamo scusa Felipe.
2. Diego Novaretti
Ha giocato poco, pochissimo, e questa è stata la sua salvezza. I malumori delle sue prime partite costellate da errori grossolani, hanno presto lasciato il posto a verbosi insulti, un vero e proprio odio perlopiù ingiustificato viste le poche presenze che il giocatore. “Sarei l’uomo più felice del mondo se morissi su un campo di calcio” disse Diego, proclamando amore per quello che faceva. Moltissimi tifosi glielo auguravano vivamente con frasi di davvero pessimo gusto. A livello personale non c’è nulla da dire su Diego Novaretti, un uomo preciso e davvero gentile, a livello sportivo ha pagato eccessivamente un adattamento al calcio italiano più difficoltoso delle sue aspettative, una fragilità emotiva riconosciuta (disse di sentirsi profondamente triste per quello che gli stava accadendo), e l’impazienza insostenibile del pubblico laziale fece il resto. Dopo due anni è tornato in Messico, dopo gioca tutt’ora al Querétaro.
1. Claudio Lotito
Non poteva che esserci lui al primo posto; con un gioco di prestigio ho deciso di inserire il più rappresentativo componente della nostra società preferita: Claudio Lotito. Di lui si è già detto tutto, della sua vita privata, della sua vita sportiva, del suo carattere incredibile e completamente fuori dall’ordinario. Non entrerò nel merito di tutto ciò che gli ruota attorno, mi limiterò anzi a riportare solo due dati oggettivi: è l’uomo che ha salvato la Lazio, è l’uomo probabilmente più detestato dell’intera storia della Lazio. Come sia possibile conciliare queste due condizioni è un aspetto che tutta Italia continua a non capire, basta uscire fuori Roma e chiunque rimane sorpreso nell’ascoltare la veemenza con cui una ‘sparuta minoranza’ di tifosi laziali gli si scaglia contro, eppure è così e le motivazioni alla base di questo rapporto conflittuale sono di molteplice natura, impossibili da capire e quasi impossibili da riassumere. E’ un lusso che solo noi laziali possiamo permetterci… Oppure no?
Special Guest: Stefano Mauri
Ne sono consapevole, mi attirerò le ire di tutti, ma io questo giocatore non l’ho mai sopportato sul piano sportivo. Per me vederlo in campo era come vedere il diavolo in Vaticano, diciamo solo che è l’opposto dello stereotipo di giocatore che mi piace. Perdonami Stefano, niente di personale.