La Lazio pare bloccata in uno spazio temporale che ci ha fatto rivivere, almeno in queste due ultime partite, la domenica di Crotone.
C’è l’opportunità, ma non l’uomo ladro a coglierla. Il Milan cade, la Roma vince, l’Atalanta entra a gamba tesa nella rincorsa di un quarto posto in ballo tra troppi galli dello stesso pollaio .Nulla è ancora scritto, la Lazio rimane in bilico aspettando non solamente lo scontro diretto coi rossoneri, ma la partita contro l’Udinese.
La domanda però rimane una: i biancocelesti sono pronti per la Champions League?
“Se non vinci co’ la Spal e col Sassuolo, ma dove vuoi andare?”.
Sarebbe lecito chiederselo, anzi, lo è.
Anche quest’anno, ci ritroviamo sul filo del rasoio. Stanchezza? Abbiamo un cuore da tifosi, ma una volta nella vita, dobbiamo essere obiettivi e valutare se per tutto l’insieme di fattori che ci accompagnano, davvero saremmo in grado di approdare all’Europa Vip e non prenderne 7.
Dopo aver visto le partite contro Spal e Sassuolo, è difficilissimo poter dire di avere una squadra all’altezza del prestigioso torneo. Non è disfattismo ma realismo: Lotito intendeva la Ferrari fatta coi Lego!
Io amo alla follia i miei senatori, quelli che fanno legna, i grandi lavoratori, però bisogna guardare in faccia la realtà, Luic, Parolo e Radu, non sono quelli che ti aspetti di vedere nel caso, Iddio non voglia, ti capitasse in sorte il Barcellona. Stesso discorso si estende alla difesa, ai vari Patric, Bastos, Wallace….. E poi ancora Marusic.
I calciatori citati poc’anzi, sono buoni elementi da campionato, soprattutto gli “old boy” che tirano avanti la carretta a dispetto dei giovani inesperti, ma pensare a Messi, rende assai complicato credere di avere una squadra all’altezza. E non c’è solo Messi!
Lo ripeto, non sono pessimista, ma ho ancora nella mente il ricordo dell’asfaltata a Salisburgo e mi domando cosa ne sarebbe stato della Lazio se, al posto degli austriaci,ci fosse stato il Bayern Monaco.
I “cappottini” lasciamoli agli altri e cioè a quelli che hanno portato il tennis a Roma dopo che noi c’abbiamo portato il calcio. Ogni riferimento ai giallorossi, è da ritenersi puramente casuale.
Vogliamo vedere ‘sto benedetto modulo di Inzaghi al cospetto del City, Liverpool, qualche spagnola o tedesca?
Rischiando di sembrare ancora pessimista, mi pongo una domanda: ma non è meglio lavorare per vincere l’Europa League?
Appurato che la mentalità e la maturità da Champions ancora non è presente nel nostro background, nolenti o dolenti è così, forse per una volta il signor Lotito potrebbe ragionare ad ampio spettro indirizzando il mercato verso un solo obiettivo. Dopotutto l’Europa meno blasonata, ma comunque “internazionale”, non è poi così lontana dalla Lazio, basterebbe giusto qualche innesto di qualità abbandonando i low cost, gli “arrivati a svernare”, i giovani di belle speranze che però non sono ancora pronti.
Champions sì, Champions no, la terra dei cachi, ma la Lazio poi ci sta?
La morale di questa mia chiacchierata, è solo una: guardare oltre alla delusione e dimenticare ciò che vogliamo per apprezzare pienamente ciò che “possiamo”.