Momenti di sconforto domenica, dal campo agli spalti.  Dopo la gioia di aver rivisto Veron all’Olimpico, sì proprio il nostro Veron, quel Veron, si sorride tra i denti ed amaramente.

Un pareggio può bastare? Scontenti i tifosi che hanno abbandonato l’Olimpico o spento le TV, col dubbio di chi sa che si “poteva” ma non si è “voluto” chiudere la pratica soprattutto dopo la sconfitta shock sul terreno ferrarese.

Un punticino portato a casa, se ampliamo la prospettiva delle cose forse prima o poi ci accorgeremo che alla fine dei conti può essere utile, eccome.

Un pareggio che non è stato accolto con la fanfara, però oh, sempre meglio di niente!

Il quarto posto non si allontana più di tanto, non prende il largo per gentile concessione del Milan caduto allo Stadium e proprio come i rossoneri, la gang di Inzaghi vuole riscattarsi dalle ultime defaillance. Destino vuole che l’opportunità arrivi sabato sera in uno scontro diretto tra Milan e Lazio.

Due gol realizzati quelli di domenica che, pensando alle occasioni buttate, sembrano addirittura pochi, Immobile fatica a ritrovarsi pienamente,  Correa parte col piglio giusto e poi si perde con la percentuale di una cosa buona/due sbagliate, Caicedo fa da sponda e Luis Alberto alla ricerca costante della giocata sopraffina

.A differenza di tante altre volte però, stavolta la Lazio ha reagito davvero in un’ ultima emozione finale che ha portato a casa un pareggio quasi insperato. Una nota buona suona sempre, anche in un’orchestra stonata.

Bisognava però vincere e lo sapeva Inzaghi, lo sapevano i ragazzi in campo, lo sapevamo noi. L’esito che c’ha fatto storcere la bocca non è arrivato per un turnover avventato, ma per la mancanza di continuità oramai diventata merce rara in quel di Formello. Una vittoria importante non ha quasi mai un sequel,  infatti basta guardare il successo nel derby e poi il pareggiotto contro la Fiorentina, vittoria a San Siro e poi sconfitta a Ferrara. Nolenti o dolenti,  la Lazio è questa!

A sette giornate dalla chiusura del campionato, non dobbiamo credere che i biancocelesti facciano “en plein” e ce lo dice la bipolarità messa in campo in questo campionato, ce lo dicono le dirette inseguitrici, ce lo dice la bagarre per il quarto posto e tutte le rivali “gentili” che si lasciano punti a vicenda

.E se dapprima esisteva “il morbo da big”, ora esiste quello “delle provinciali”, perché il calcio è così: il pallone gira.

Con un calendario forse più semplice delle altre, i biancocelesti sono riusciti ad ottenere un solo punto su sei nel piatto e ciò significa che da oggi sino all’ultima giornata, sarà cardiopalma assicurato!

 “Non è ancora finita”, consoliamoci con questo ritornello fino a sabato almeno. Una vittoria, una sconfitta, o addirittura un semplice pareggio, potrebbe stravolgere le sorti non solo della Lazio, ma dell’intera corsa alla zona Champions League.

Lulic ci crede, Immobile ci crede, Inzaghi ci crede…..tutti ci credono e ce lo fanno sapere via social o nei post partita…. Ma le parole oramai non servono più, nemmeno quelle belle, adesso servono i fatti!

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