La parola è passata ad Arturo Diaconale che, ai microfoni
di Elle Radio, è intervenuto sui fatti del San Siro che non accennano a
stemperarsi e gli obiettivi stagionali. Champions? non è perduto ancora
nulla….

 

«Gli sviluppi di Milan-Lazio sono ormai fin troppo noti, il risultato
è stato assolutamente ingiusto e la tensione sfociata in campo ha portato ai
fatti di fine partita. Una maglia scambiata amichevolmente è stata ostentata
come fosse un trofeo di guerra facendo scaturire una situazione offensiva e
inaccettabile. Il Giudice Sportivo ha chiuso tutte le polemiche tranne quella
relativa al comportamento di Kessie e Bakayoko, attendiamo il giudizio della
Procura Federale».


CHAMPIONS:


 «La posizione della squadra è quella di raggiungere i traguardi
prefissati, cioè il quarto posto e la Coppa Italia. Non rinunciamo a nulla,
oggi c’è una partita importante con l’Udinese, sabato un’altra contro il Chievo
altrettanto decisiva. Vincerle significherebbe essere in corsa per la
Champions League. Poi ci sarà il ritorno di Coppa contro il Milan che
dovrà essere depurato da tutto ciò che è accaduto in campionato: non dovremo
cadere in provocazioni controproducenti e la Società chiede un atteggiamento
responsabile, pur solidarizzando in pieno col senso di rivalsa dei tifosi che
hanno visto atteggiamenti irrispettosi verso la Lazio. Il calcio non è
guerra, è gioco ed è sciocco e grave compiere certi gesti, mancare di rispetto
a una maglia esibendola come un trofeo in un rito tribale».

ARBITRAGGIO: 


«La linea della Lazio da qui al 26 maggio sarà una linea di responsabilità.
Ci siamo accorti che nella scorsa stagione un certo tipo di proteste, a partire
da quella post Lazio-Torino arbitrata da Giacomelli, portò al rifiuto del gagliardetto
da parte di un arbitro. In Italia le proteste di alcuni vengono ascoltate,
quelle di altri diventano controproducenti. Giochiamocela sul campo
cercando di essere più forti di ogni tipo di avversità, anche se l’impressione
è che nel calcio esistano sempre due pesi e due misure».


STAMPA:


 «Abbiamo sempre denunciato un certo atteggiamento dei media nazionali,
che sono quelli concentrati nel Nord. Su un calcio di rigore ci sono
opinioni diametralmente opposte da parte dei commentatori a seconda se l’episodio
sia a favore o contro la Lazio. D’altronde un vecchio detto dice che le leggi
si interpretano per gli amici e si applicano per i nemici».

LEIVA: 

«È difficile fare chiarezza sul post-partita di Milan – Lazio, è avvenuto di
tutto in maniera molto concitata. Rispetto a quanto registrato dagli ispettori
i dirigenti della Lazio non si sono accorti di nulla. Lucas Leiva è
una persona civilissima ed ha escluso di aver insultato in quella maniera il
dirigente milanista. Allo stesso tempo c’è questo referto che riporta lo
scambio di battute: il giudice ha chiuso la vicenda comminando la multa a Leiva
ridimensionando la portata dell’episodio. Io mi sarei aspettato che la multa
fosse stata estesa anche all’altro contendente nel battibecco, ma questo non è
avvenuto e mi attengo alla decisione del giudice federale che chiude
definitivamente questa vicenda. Noi rimaniamo convinti che Leiva non abbia
fatto nulla e che se c’è stato uno scambio di parole sia stato privo di quei
toni pesanti riportati. Ci sentiamo danneggiati anche in questo. A voler essere
maliziosi si potrebbe pensare che qualcuno avrebbe voluto utilizzare la vicenda
Leiva per coprire quella relativa a Kessie e Bakayoko, ma questo non è riuscito
perché la vicenda Leiva ora è chiusa e l’altra invece resta aperta in attesa
delle decisioni della Procura Federale».

 

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