Dopo la disfatta indegna davanti al pubblico dell’Olimpico contro il Chievo, a cui portiamo tutto il rispetto ed anche oltre ma è pur sempre già in Serie B, la Lazio ha un’unica e grande chance per chiedere perdono ai propri tifosi: vincere a Milano.

Quando di mezzo c’è l’Inter quello stadio ci ha regalato gioie quest’anno, ma quando si tratta della sponda rossonera, allora il Meazza o San Siro che dir si voglia, racconta tutta un’altra storia.

Contenuti forti in arrivo…..Non si vince dal 1989… Intere generazioni di astronauti e ballerine sono cresciute, ma la Lazio è rimasta congelata a quell’ultimo trionfo.

Si può parlare di “maledizione”? Forse, perché non importa quale squadra abbia messo piede in casa dei Diavoli, se una corazzata da scudetto o la parente sfigata di Ballardini, niente, il tabellone non regala mai ‘na gioia.

Memento audere semper

Dovrebbe ricordarlo anche Simone Inzaghi e gettare via le insulse gerarchie che vedono in panchina Romulo e Marusic titolare, o che relegano ai margini Jordaö per far giocare Milinkovic dopo il calcio nel sedere ad un avversario. Eh sì, perché se lasci la Lazio in un momento così delicato, allora meriti di non giocare. Preferisco perdere con Neto piuttosto che assistere ad uno spettacolo indegno.

Butta via il modulo caro mister, butta nel cestino i vecchi schemi, i copioni e comincia ad osare! Perché spesso sono i pazzi, i visionari ad aver ragione.

Il tempo delle scuse e dei “protetti”, è finito! Adesso vogliamo in campo gli attributi che spesso i calciatori dimenticano di indossare sotto la casacca biancoceleste.

Memento audere semper- Ricordati di osare sempre

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