Eppure era partita bene la gara di oggi (ieri, ndr) contro l’Atalanta, con un gol di Parolo in apertura, poi però si scivola nell’anonimato più viscido e si prendono 3 schiaffi pesanti.
Un 3/5/2, il solito, quello messo sul campo da Inzaghi, una squadra con Ilicic e Gomez che non danno punti di riferimento dietro a Zapata, la risposta di Gasperini.
La Lazio dura meno di un uomo che soffre di eiaculazione precoce al primo incontro con Belen Rodriguez, e dopo il gol di Parolo al 2^ ed un tiro di Immobile ben parato da Gollini sparisce dal campo e si mette a guardare l’Atalanta come un Voyeur di quart’ordine.
Uno spettacolo squallido quello a cui assistono i temerari tifosi biancocelesti che sfidano un Maggio travestito da dicembre per andare a vedere la partita della loro squadra del cuore.
Un contropiede 4 contro 2 mancato da un passaggio molle, come la pancia di Homer Simpson, di Immobile fa svanire l’azione che poteva portare al raddoppio, subito dopo al 21^ minuto Zapata tenuto in gioco da Wallace su un tiro di Gomez prende la mira e pareggia i conti.
Ilicic pensa bene di non infierire, e qualche minuto dopo butta via una palla d’oro da posizione ottima a porta praticamente sguarnita, il primo tempo finisce con qualche altro tiro degli ospiti, ma ancora sul risultato di parità.
Nel secondo tempo l’Atalanta vola su tutte le linee di gioco con autorevolezza, precisione, e tanta voglia, al 12^ Wallace serve Gomez decidendo di metterlo in porta, retropassaggio per Castagne del Papu, squadra dormiente che non ripiega e gol del vantaggio.
Djimsiti al 30^ su corner lasciato libero di incornare comodamente ancora da uno “scatenato” Wallace fa 3-1, e chiude di fatto il match. Poi si scoprì che addirittura fu un autogol di Wallace stesso.
Non è la prima gara che la Lazio fa avvelenare il sangue ai propri sostenitori, sarebbe lunga la lista, ma ormai è inutile ribadire che Spal, Chievo Verona, Sassuolo pareggio in extremis, sono punti gettati all’aria da una squadra che non ne ha più.
Le parentesi di Coppa Italia hanno dato l’illusione che si potesse continuare una lotta alla Champions, almeno dal punto di vista della matematica, ma in campionato dopo le impennate del derby e la vittoria di Milano contro l’Inter… il nulla.
L’allenatore non è in confusione, anzi è il primo caso al mondo di un tecnico che più perde e più continua con il suo credo calcistico senza mai cambiare una virgola al suo modulo.
Una serie di giocatori che non devono più indossare la maglia della Lazio, a partire da Wallace, ogni partita creano disagio e mettono in condizione la squadra di subire gol.
Il peso della croce non è giusto che se lo sobbarchi il solo Wallace oggi, anche se ne ha combinate di cotte e di crude, ma gente che dovrebbe fare la differenza come Immobile, fuso da diversi mesi, o Luis Aleberto, devono aiutarlo.
La stagione può, e deve, essere salvata esclusivamente con la vittoria della Coppa Italia, una Lazio con il 6^ fatturato fuori da ogni competizione europea segnerebbe il fallimento di tutta la società.
Tare non viene messo mai in discussione, un DS che gode di troppa indulgenza, per un Milinkovic e un Luis Alberto, non Immobile che lo ha voluto espressamente il presidente, non è giusto vedersi acquistare calciatori spacciati per titolari che non giocherebbero nemmeno nelle serie minori.
Per i prossimi 3 turni vogliamo che rispettiate la maglia in campionato, NOI AMIAMO SOLO QUELLA, INDEGNI.
FORZA LAZIO SEMPRE, SOLI CONTRO TUTTI
PAURA MAI, AVANTI LAZIO!