De Roon, Zapata, Gomez, Ilicic, Mancini, Castagne …  Se compri gente che sa giocare e li metti tutti titolari, allora si vince. Non sono fenomeni dal budget Ronaldesco,  ma buonissimi elementi che, sapientemente mixati, stanno facendo il miracolo.

L’11 titolare della Lazio invece, conta calciatori ottimi (Milinkovic e Leiva), quelli di cuore e tutto il resto da Lega Pro che ci si ritorce contro nei momenti meno opportuni. Non chiediamo una squadra da scudetto perché le risorse della Juventus non le abbiamo, chiediamo solo qualche partecipazione in Champions League.

Lazio ed Atalanta: la differenza tra te e me.

La differenza di un mercato ponderato che non ha visto “soldi Sprocati” qui e lì, ma che con un budget contenuto, ha lo stesso messo su una vera e propria corazzata capace di zittire le big. Tare non impari mai e via a caccia dei vari Durmisi, Proto, compagnia cantando!

Ovunque saremo, tutti tiferemo Lazio, i più fortunati avranno trovato un biglietto a meno di 300 euro ed un rene, ma indipendente da ciò che si pensa, nessuno smetterà di crederci per un solo minuto. Come se un fischio d’inizio avesse la capacità di cancellare tutto quello che è successo prima del 15 maggio. La Champions sfumata, S-Fortuna Wallace… insomma, per 90 minuti siamo liberi di credere che il passato non sia mai esistito.

Noi siamo gente di cuore, ma inevitabilmente, sbuca un piccolo tarlo che divora tutto il cervello e soprattutto dopo l’asfaltata di domenica contro l’altra finalista. Eh già, perché arriva la pesante consapevolezza che nulla è andato come doveva. L’Europa League è stata crudele, il campionato c’ha dato e tolto senza mai una piccola pausa. Le polemiche accese su tutto,mister, giocatori, Wallace, mercato…. Ma noi saremo sempre lì a tifare per poi sfogarci il giorno dopo.

La Champions League è stata sulla bocca della dirigenza da maggio dello scorso anno e non è mai arrivata, poi alla fine, i conti si fanno e sono impietosi. Anche il raggiungimento dell’Europa League adesso sembra in bilico, unica strada sicura, sarebbe proprio alzare la Coppa Italia al cielo.

Non salverebbe la stagione, salverebbe la faccia.

È però arrivato il momento di far crollare gli alibi e smetterla di nasconderci dietro ad una finale che, se non avesse esito positivo, potrebbe forse ad una “ristrutturazione”.

#SPIACE dirlo, perché noi siamo tifosi e mandiamo avanti l’orgoglio. E vogliamo che la rivoluzione inizi il 15 maggio e non ci facciamo i calcoli, perché noi siamo pronti a portare a casa un trofeo per poi rimanere delusi nei mesi avvenire. La storia ce lo ha insegnato, vedere 26 maggio e quello che accadde dopo perché, si sa, Lotito ha una Ferrai!

Adesso quello che conta rimane un trofeo che Juventus, Roma, Napoli, Inter e Milan, hanno abbandonato. Mentre noi ci siamo e c’è anche Gasperini.

Non salverebbe una stagione, ma ci darà per un momento quell’ebrezza di alzarlo in faccia ai cugini mai voluti che, il 15 maggio, indosseranno la maglia bergamasca. 

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