Sono giorni caldi in quel di Formello, la Lazio è rimasta sospesa tra Atalanta ed Atalanta, tra Champions League sfumata e l’Europa League da conquistare. Maltempo, pioggia, allerta meteo, ma la serata dell’Olimpico si preannuncia lo stesso stellare perché, la pioggia, non fermerà la voglia di alzare la Coppa al cielo.

Niente Juventus, Napoli, Inter, a confronto i lanciatissimi nerazzurri di Gasperini e i padroni di casa biancocelesti.

PRECEDENTI

9 i precedenti in Coppa Italia tra le due: 4 pareggi, 3 vittorie laziali e 2 bergamasche.

Precedenti in Coppa, vedono la Dea alla quarta finale, il trofeo nostrano lo hanno conquistato una sola volta e cioè nell’ edizione 1962-63. La Lazio, invece, è stata “reginetta” del torneo nazionale ben sei volte con dieci finali giocate. In caso di vittoria,  raggiungerebbero l’Inter nell’albo d’oro.

OGGI

Per le due sfidanti la finale ha significati molto diversi, anche se il prestigio di una Coppa Italia  è il medesimo.  La differenza sta nell’impatto che questa gara può avere giunti agli sgoccioli del campionato.

L’Atalanta è vicina alla qualificazione ai gironi Champions League, sogno che si realizzerebbe se la squadra di Gasperini stringerà i denti nelle ultime giornate mantenendo il quarto posto in classifica. Se non dovesse riuscirci, si riconsolerà comunque con l’Europa League chiudendo una stagione che ha innalzato la “creatura di Gasperini”. Brillante, spietata, grazie al suo vero condottiero in panchina, l’allenatore che l’Europa non la sfiorerà solamente indipendentemente dalle sorti del match di stasera. E chi se lo ricorda più Copenhagen?!

La stagione dei bergamaschi, era stata promessa sulla carta da Lotito alla Lazio, invece il risultato è stato  deludente, molto al di sotto delle aspettative. Dopo il quinto posto dell’anno scorso, dell’anno prima,  non è riuscita a migliorarsi, nessun 4 in classifica infatti, attualmente ottava, rischia di restare fuori dalle coppe europee. Appesi alla Coppa Italia in cerca di riscatto e dell’opportunità ghiotta per centrare il torneo fuori dal Belpaese. Vittoria = diritto ai gironi di Europa League ed ombrelloni aperti, o sci sotto braccio visto il meteo, la Lazio non avrebbe più nulla da chiedere.

ALLENATORE VS ALLENATORE

Da una parte Gasp che ha saputo plasmare la sua “creatura” e, dopo tempo immemore, sta facendo sognare Bergamo non solo quest’anno, ma quest’anno il sogno è più ridondante perché parla di Champions League. Sarebbe una qualificazione storica per il club.

Dalla parte opposta della barricata Simone Inzaghi che, al contrario del tecnico atalantino, non si è ripetuto in campionato. Tra cadute di stile, cadute vergognose che hanno allontanato la Lazio dalla zona Champions, il mister biancococeleste ha comunque centrato la finale e può vincere la Coppa Italia dopo aver alzato la Supercoppa nell’estate 2017 battendo la Juve.

Tutti e due sono al terzo anno della propria panchina. Anche tra le società vi è un punto in comune, ovvero il “budget ristretto”. Le scelte dei due DS però, Sartori e Tare, sono state diametralmente opposte.  Già, perché prima del campo contano l’opera e le intuizioni dei direttori sportivi, la filosofia aziendale e ragionare con fatturato ridotto. A posteriori nessuno si offenderà se affermo che non contano solo i milioni, ma come li spendi.

Atalanta-Lazio andata e ritorno…. 

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