Claudio Lotito e Simone Inzaghi, sono stati candidati al premio “Ussi”. Tutti insieme appassionatamente, ma attenzione, ancora una volta il tecnico piacentino salta visita…. Simo’ non è che stai diventando un po’troppo divo vecchia Hollywood?
Lasciando da una parte gli impegni improrogabili del mister, il patron capitolino si non nega mai ai microfoni. Diciamo che dove c’è lui, c’è un comizio elettorale e siamo anche in tema.
Dopo aver parlato del solito Milinkovic non in vendita, ma se arrivasse un’offerta irrinunciabile allora valuterebbe che tradotto significa “devono arriva’ i 150 mioni!”, la costante dell’Europa League che mette la Lazio sotto i riflettori europei, i paragoni vari con l’Atalanta e qualche distratto accenno al calciomercato, Lotito ha toccato l’argomento scottante: Inzaghi.
“Io non mi sono mai posto problemi su Inzaghi, lo state facendo solo voi. C’è un contratto in scadenza? SI vuole fare un altro percorso di tre anni, e allora che si fa? Ha un contratto, non servono trattative. Non mi sono mai posto il problema sul fatto che possa andare via. Anche quando stava scadendo il contratto di Tare abbiamo rinnovato. I problemi più importanti in questo momento sono l’organizzazione della rosa e la programmazione, sulle prospettive sportive future innestiamo gli interessi delle persone addette alla realizzazione del programma. Si vince e si perde tutti insieme, il programma è quello di stabilire obiettivi per la crescita che si vuole dare alla società. Sulla base di questo si avrà un confronto con gli addetti ai lavori e questo consentirà di poter fare scelte. Io non ho mai detto che Inzaghi deve andare via, stiamo parlando perché il nostro programma va da qui ai prossimi anni e lui ha un anno di contratto, non perché se ne andrà”.
E se da una parte Lotito è certo della riconferma, dall’altra parte continua il silenzio. Un rebus seppur con qualche accenno di risoluzione. All’ orizzonte il cielo è più biancoceleste? Ci vorrà altro tempo. Difficile prevedere quanto vista l’imprevedibilità delle cose e soprattutto gli umori mutevoli di Lotito.
Urla, riconciliazioni e tutto in poche ore. E poi torna ancora il silenzio a farla da padrone.
Niente conferenza stampa, niente social… Niente!
Nemmeno un discorso di congedo da questa stagione che ha regalato un trofeo dopo debacle schok, nemmeno un saluto al sogno Champions League mancato anche stavolta.
Quel “figlioccio” si era ritrovato per le mani una Testa Rossa senza benzina e non è un caso se, nel corso dell’anno, Lotito abbia strigliato il tecnico. Lotito urlava ai quattro venti di possedere una Ferrari, com’è possibile non abbia centrato il quarto posto?
E torna la domanda prepotente su chi sia davvero il responsabile. Certo non ha colpa Inzaghi, Tare o Lotito per il rendimento mediocre di Luis Alberto, per l’altalenante Immobile, per l’infortunio di Berisha, certo si sarebbe potuto fare di più tra allenatore e dirigenza.
La Coppa Italia però, ha spazzato via le remore, lo “scarica barile” delle responsabilità, ha riacceso in Lotito il desiderio di continuare con Inzaghi.
Simo’ sbrigati… perché sarà pure vero che la fretta è cattiva consigliera, ma il religioso silenzio non alimenta la pazienza!