La sconfitta è uno stato normale e comune nell’esistenza, “poveri i vincenti non sanno ciò che perdono”… Sì, ma stavo meglio prima. Quanto stavo bene con la pausa Nazionali che quasi mi manca.
Almeno a Glasgow c’è la birra buona, dice più di una persona e forse almeno varrà la trasferta.
Ma che sei ‘mbriaca? Qualcuno, giustamente, mi potrebbe porgere questa legittima domanda.
No, non sono ubriaca, forse mi viene da ridere, forse mi verrebbe da mandare tutti a fan-Cluj, o forse sto solo vivendo una transitoria fase di ridimensionamento.
Perché? Perché la vita è breve per essere sprecata nell’avvelenarsi l’anima in un qualcosa che non cambia mai.
Corrodersi il fegato per un presidente che fa proclama da Barcellona e poi ti porta, con tutto il mio ammmmore, Lazzari come acquisto top. Per un Tare che non fa altro che nominare la “rivoluzione” e spreca soldi con i vari Sprocati, scommesse a lungo termine senza mai pensare che Ilicic è costato 5,5 mln e Durmisi 7. Che per ogni Milinkovic ci siamo ritrovati Ravel Morrison, Patric, Vargic, Wallace……
La vita è un bene troppo prezioso per farmi esplodere lo stomaco cercando di fare capire alla gente che il ciclo di Inzaghi è finito. Il ciclo di un mister che ha vinto una Supercoppa che vinse anche Ballardini con l’irripetibile Inter di Mourinho. Un mister chiuso nelle sue convinzioni e che non ha mai avuto il coraggio di guardare oltre il suo naso. O forse non ha proprio fantasia e di questo me ne sto convincendo.
L’avversaria: una squadra di cui, in tantissimi, nemmeno ne conoscevamo l’esistenza fino al giorno del sorteggio, eppure ieri sembrava il Real Madrid. Una di quelle compagini da classifica alta in un campionato poco entusiasmante.
Allora ripenso all’estate, al mio costume rosa preferito, alle vacanze….al calciomercato….
Il nocciolo del mercato della Lazio ha girato intorno alla non cessione di Milinkovic, o così c’hanno fatto credere visto che oramai si è capito che 100 mln non te li avrebbe dati nessuno. E non per demerito del giocatore, ma perché i grandi club pretendono garanzie e mettono mano al portafoglio con condizione di causa, non alla cieca come fa qualcun altro. Non faccio nomi, ma di cognome fa Tare. I top club, quelli che guardiamo da un telescopio mentre girano nelle loro galassie così distanti dalla nostra, pretendono la partecipazione in Champions League, Milinkovic è un talento con pochi eguali, ma per quell’Olimpo patinato dove banchettano Messi e Ronaldo, è ancora un “provinciale”.
Il mercato ha girato, o così c’hanno fatto credere,
parzialmente intorno alla permanenza di Luis Alberto, anche lui insieme al serbo rientrava tra le garanzie chieste da Inzaghi.
Sono state fatte operazioni di contorno, “parvenza” pura parvenza, tranne Lazzari che non basta comunque.
È chiaro che senza un tesoretto racimolato dalle cessioni, poco si può fare troppo in entrata . Questo ci vogliono fare credere da qui all’eternità.
La Lazio aveva bisogno di ben altro per poter competere a livelli non troppo alti, ma accettabili come Cluj e Spal. Aveva bisogno di uno sforzo in più soprattutto per provare a fare bene in Europa League.
Tutti esaltati per la Coppa Italia da non vedere l’elefante nella stanza.
Provare a morderla l’Europa League, sarebbe molto più bello di qualsiasi altro posto in classifica specchietto per le allodole, sarebbe più prestigioso.
Non l’ho mai sentita nominare, nessuno ha mai nominato una fantomatica finale europea tra gli obiettivi. Ho sentito “zona Champions” fino alla nausea, fino quasi a crederci per davvero, ma, in primis la società e poi Inzaghi, l’Europa l’hanno sempre taciuta come fosse un torneo di bocce del dopolavoro ATAC.
Si parla del benedetto quarto posto come un mantra, come un raggiungimento di chissà quale traguardo inarrivabile, intanto sulla bacheca dei trofei si lustra la Coppa Italia.
Peccato non si abbia l’ambizione che “move il sole e l’altre stelle”, che non ci sia un respiro internazionale, o almeno un alito di questo e, non parlandone mai, si percepisce l’esatta misura degli obiettivi societari.
Avevo le parole ieri sera, adesso mi sono rimaste solo le parolacce e qualche v*****o di seconda mano.