Ognuno di noi ha una propria opinione, chi si è schierato nel partito anti-Inzaghi e chi è rimasto in quello Pro-Inzaghi. Analizzando la gara di ieri sera, la Lazio non si è comportata male, ci si aspettava un gap molto più netto contro l’Inter di De Vrij, Romelu e Conte.
Qualcosa però stride; i cambi.
Soprattutto quello di Caicedo e faccio un mea culpa visto che io stessa ero stata tra i suoi più accaniti detrattori, questo mi perseguiterà per più di qualche notte. Felipao era uno tra i migliori in campo, al contrario di Correa che ha totalmente cannato. Accontentare le bizze di Immobile, facendo uno sforzo mentale sovrumano, ci poteva quasi stare, ma perché ai danni del Panteron? Per Joaquin avrebbero dovuto modificare il regolamento ieri sera, permettendogli di segnare con le mani e non coi piedi, mentre Felipao man of the match ha lasciato il campo nella sua assoluta umiltà.
Fuori anche Milinkovic, fuori tutta la qualità, dentro Berisha e la cattiveria, inevitabilmente la Lazio si eclissa. Qualcuno accuserà Sergione di “inconsistenza”, però quanto pesa l’assenza?
Out anche Luis Alberto il virtuoso e dentro la concretezza di Leiva.
Cambi scellerati o lontanamente comprensibili, nell’ ecosistema laziale sono cose che capitano.
Al contrario di Ferrara e della prova horror in Europa, i biancocelesti sono stati propositivi, ogni tanto cala la palpebra e si sa, è stata una bella botta di autostima, lo stesso i cambi mi lasciano perplessa.
La ragione e la bellezza sono negli occhi di chi guarda, ma la Lazio s’è abbassata di 20 metri.
Jony e le sue ingenuità, sono figlie del mercato mancato che non ha garantito un sostituto reale a Lulic. Perché l’ex Malaga non ci sguazza nel modulo di Inzaghi ed essendo puramente offensivo, non riesce a difendere nemmeno se arriva in anticipo su D’Ambrosio.
Tare grida cose, Tare assicura cose, ci dice di dare “tempo al tempo”, che Adekanye è una specie di CR7 incompreso, che Immobile non era in “castigo”, ma alla fine della fiera, rimangono poche alternative di gioco e poca fantasia.
E tutto, ancora una volta, figlio di un mercato superficiale, forse avallato da Inzaghi il cui unico obiettivo era Manuel Lazzari e per il resto ha lasciato correre.
Un mister che è ossessionato dal non dover spostare gli equilibri nonostante il tabellone parli a nostro sfavore e stai perdendo immeritatamente.
Io li farei crollare questi equilibri, mi metterei in poltrona con un pacchetto di pop corn e resterei a guardare…
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