“Il vero amore può
Nascondersi
Confondersi
Ma non può perdersi mai”.
Francesco De Gregori in questa bella ottobrata romana.
Perché spesso qualcuno lo mise in discussione, ma poi non può far altro che innamorarsi di nuovo di lui, come prima e più di prima.
Non avevo mai smesso di credere in Milinkovic, credevo in un ruolo molto meno spettacolare, un ruolo contenitivo e poco offensivo, ma anche quando si parlava di calo lo scorso anno, Sergione si guadagnò il titolo di miglior centrocampista della Serie A.
Vale 100 milioni? Sì.
Si era solo trasformato in un centrocampista “classico”, cosa che stride per uno che di normale non ha nulla, che vive in un universo parallelo fatto di giocate che forse non capiremo mai fino in fondo. Perché la bellezza spesso fugge lo sguardo.
Innamorarsi di nuovo in una serata troppo fresca rispetto a quelle precedenti, tanto che sembrava addirittura fuori stagione. Innamorarsi di questo numero 21 che tiene fede all’antico codice del talento. Quel giuramento alla nascita che solo in pochi fanno nel calcio moderno che bada quasi interamente al numero sul tabellino dei marcatori, che ti incorona se fai gol, che osa in paragoni esagerati coi “mostri sacri” e questi paragoni diventano il valore assoluto sul mercato.
E Milinkovic lo conosce bene il calciomercato, le voci bugiarde, le finte trattative, forse sono state proprio quelle a pressarlo due estati fa, quando ancora il meccanismo non lo conosceva troppo bene. Quando era al suo esordio Mondiale ed aveva strappato per un attimo i riflettori a quell’Olimpo dove banchettano Messi, Ronaldo e pochi eletti.
Spesso mi chiedo cosa avrebbe fatto se non avesse mai toccato un pallone. E la risposta non la trovo seppur la cerco. In fondo so solamente che Sergej non lo puoi discutere, te ne puoi solo innamorare.