Instabile, doppia faccia, capace di perdere sul campo di Ferrara, complicare la situazione europea per poi riprendersi quando tutto sembra lasciato al caso.
Ecco una Lazio con più identità in una sola identità.
Un miscuglio agitato freneticamente che dà vita ad un mix di sciatteria e bellezza.
Ma il percorso verso la zona Champions è semplice?
Siamo solo all’inizio, o per meglio dire, nulla è ancora compromesso del tutto. Siamo giusto all’inizio, ma in Europa League la strada si è già fatta tortuosa e mai come ora ci sarebbe da dire :“pensa che siamo solo all’inizio!”.
In bilico su un filo, col rischio perdere l’equilibrio e cadere, vagare sul filo passo dopo passo con l’amara consapevolezza di non aver ancora trovato un proprio equilibrio.
Simone Inzaghi si è arenato in un modulo che, moltissime volte, ha veramente poco da offrire. Così è stato anche la scorsa stagione, ma nulla pare essere in procinto di evolversi.
Il tecnico piacentino cerca di far combaciare gioco ed energie, scegliere la giusta partita per spendere i titolari, decidere se ne vale la pena o si debba risparmiare.
Eh già, perché il discorso rimane il medesimo: se non fai mercato, poi ti ritrovi con la panchina corta ed un gap troppo evidente per interagire col campo senza pensieri.
Ed ecco prepotentemente la domanda che ritorna:
“A gennaio la società interverrà per colmare il gap?”.
“No”, risponde la nostra vocina interiore.
L’obiettivo sbandierato ai quattro venti dal patron capitolino, è ancora la Champions, si respira però già aria di pentimenti per i punticini buttati qui e là.
Dalla lista mancano da spuntare le big, ad oggi solo l’Inter all’attivo. Per questo cresce un pochino il rimpianto per non aver sfruttato le occasioni ghiotte. Tra queste la X contro i cugini mai voluti in un loro momento di caos, ma va beh, “abbiamo preso un palo” cose che in un derby possono succedere. Ma non è da meno la cocente sconfitta in rimonta con Spal, per finire al pareggio di Bologna.
La Lazio è una squadra da X sulla schedina? Una che è destinata a rimanere ferma mentre dovrebbe fare il passo?
Cosa manca?
Io lo ripeterò fino alla nausea: le p***e.
Manca la visione di insieme offuscata da troppi individualismi che, sì, sono una colpa.
Manca una sola identità che la squadra non riesce proprio a trovare.
Manca il coraggio delle idee a Simone Inzaghi.
Cosa c’è invece? I blackout, il tentennamento davanti alla porta, c’è il turnover necessario ma inconcludente.
«Soddisfatto del mercato».
Questo ha ribadito il tecnico piacentino più e più volte. E poi…. e poi il solito baratro.
Evidentemente ciò che lo ha soddisfatto è stato vedere l’unica sua richiesta: Lazzari. Manuel troppo timido che ha lasciato il passo a Marusic, di nuovo. Proprio la chiusura dell’ex Spal deve aver accesso il montenegrino. Manuel era forte perché era circondato dalla compagine ferrarese? No, non credo. Credo al contrario che sia un buon elemento che già conosceva il modulo, adottato anche dalla sua ex squadra, credo però che il passaggio e l’asticella che si è alzata passando da “non retrocessione” a “zona Champions”, non sia stato facile da assimilare.
Jony è fuori ruolo e lo ha dimostrato con un piglio difensivo imbarazzante, ma se uno è offensivo, in attacco lo devi fare stare.
Vavro, 12 mln, va beh, è necessario sparare sulla Croce Rossa?
Giovane scommessa Adekanye che non avrà la vita facile visto che non piace proprio al mister. Eh già, quando qualcuno è troppo anarchico ed ha molto più che un semplice anelito di personalità, Inzaghi storce il naso, Caceres insegna.
Berisha resta un grosso punto interrogativo, Durmisi è scomparso dai radar biancocelesti, così come Lukaku.
A Simo’ ma che c’avrai mai da essere tanto soddisfatto!?
E lui ci prova, in un pieno slancio di rivoluzione, opta immediatamente per il turnover con la speranza di non ritrovarsi ad Aprile con la rosa dimezzata dalla stanchezza.
Ci prova sì, ma la strategia al momento si è rivelata essere fallimentare.
La pazienza come sta?
Noi tifosi ne abbiamo avuta molta, soprattutto vedendo che in estate, dopo “eppur si muove” nella prima settimana, il baratro del nulla.
Qualcuno si professa soddisfatto, per puntiglio forse, ma poi la realtà lo sconfessa.
A Formello si era manifestato qualche malumore, spento sul nascere. Lotito non si è ancora pronunciato.
E la pazienza? La pazienza come sta?
Alla Lazio l’arduo mestiere di non farcela esaurire.
Nulla è ancora compromesso, ma il tempo…eh, il tempo…il tempo non dà mai tempo….