Abbiamo capito che non è un modello di armadio Ikea, Denis Vavro pagato 12 milioni , non ha ancora dato il suo contributo….o meglio, non lo ha dato alla Lazio perché con la Slovacchia “eppur si muove”.

Arrivato dal Copenaghen, non ha mai conquistato davvero la titolarità in campionato, uniche occasioni nel sacrificio turnover europeo contro Cluj e Rennes.

“Er gemello de Novaretti”, esplode il web biancoceleste e non guarda la somiglianza fisica, ma più che altro quella calcistica.

La Lazio rimane tra puntini di sospensione, l’esborso economico prendendo come metro di giudizio il budget lotitiano, non è stato indolore, eppure Denis non riesce proprio a prendersi il suo spazio.

Aveva il compito arduo di sistemare la difesa colmandone le mancanze, ma è diventato un problema aggiuntivo.

Non voglio essere cattiva, ma è sotto gli occhi di tutti noi la tangibile realtà che le sue prime uscite non hanno convinto.
Il mister ha deciso di concedergli ancora tempo, ma il tempo non aspetta il tempo e così Inzaghi preme perché avvenga il miracolo; Vavro deve sbrigarsi.
Che sia un problema  di ambientamento al calcio italiano?
Non sarebbe lo stesso trascurabile, ma almeno lascerebbe aperto uno spiraglio di luce nel buio momentaneo.

In Nazionale è ormai un punto fermo, “va beh è la Slovacchia”, ci starebbe anche questa affermazione ed io stessa l’ho pensata mentre scrivo,  ma continua la differenza di rendimento/ minuti giocati tra Lazio e l’impiego in madrepatria.

Respiri piano per non fare rumore….

Arrivato senza fanfara e si aggira per Formello con attenzione, quasi fosse un elefante dentro una cristalleria che prende le misure per non fare danni.

Non ha una sua dimensione, ma Tare è convinto delle sue potenzialità altrimenti non avrebbe convinto Claudio Lotito a sborsare 12 mln.
Ennesimo flop del Ds?
Presto per dirlo, chi ha tempo non aspetti tempo però, la sveglia è suonata anche per lui.

Non conosciamo Denis VAVRO e non VRAVO, ma
sul portale Sport.sk, c’ha pensato papà Augustin a raccontarci un po’ di lui:

“Mio figlio vive per il calcio. Voleva diventare un giocatore di hockey, ma poi ha prevalso il calcio. Speravo che giocasse il derby, allo stadio c’erano 50 mila persone. La concorrenza alla Lazio è enorme. Può essere la svolta della sua carriera, anche se è sempre rimasto umile”.

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