Doveva succedere ed è successo; tra altri trent’anni staremo ancora parlando del gol di un certo Joaquin Correa che riuscì a sfatare la maledizione del San Siro rossonero.
Un Milan che forse in trent’anni non era mai stato così scarso, ma per quanto fosse stato scarso anche in precedenza, oh, non si riusciva a battere in casa propria.
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Era giusto così, che proprio San Siro rossonero ci portasse al quarto posto, sia chimera o realtà, sarà il campionato a sentenziare nella sua ultima giornata, per adesso ci godiamo il viaggio.
Una serata di cui si parlerà per molto, molto tempo.
Quarti in classifica nonostante un inizio che paventava un ottavo posto nelle più rosee aspettative.
Perfect day
Immobile gonfia la rete numero 100 con l’aquila sul petto, Lotito esulta con un labiale inconfutabile al gol del suo pupillo Joaquin. Correa, quello che non è Anderson perché Anderson la buttava dentro, Correa quello che per i primi 45 minuti non aveva fatto altro che sprecare occasioni.
Adesso è proprio lui ad essere entrato a gamba tesa nella storia capitolina e chissà se il ragazzo abbia realmente capito che vale molto più di 70 milioni, vale “leggenda”.
Ed è giusto sia finita così, è giusto allontanare la maledizione o che dir si voglia, schiaffare in faccia un’esultanza alla squadra della maglia di Acerbi esibita come un ignobile trofeo.
Più guarderai l’abisso e più esso spalancherà le fauci…
Oggi il baratro si è spostato un po’ più in la’, mentre pare giusto pensare che forse anche il Napoli caduto finalmente si potrà tornare a sconfiggere.
Ero una bambina e neanche mi ricordo l’autogol di Maldini quel settembre 1989. Ma solo chi è cresciuto con questo tabù del San Siro, può capire davvero cosa significa la vittoria.
Questa Lazio è forse poco internazionale, poco televisiva, quasi provinciale a tratti, ma adesso ha puntato i piedi prendendosi i riflettori.
Fa capire che non sono solo i piedi boni dei calciatori con cartellini da 200 mln, palmares galattici, quelli come Ronaldo per capirci, ma che spesso per le grandi imprese conta er core.
Er core è per pochi, il resto è per tutti.
Da Milano è tutto e domenica non c’avevano solo la nebbia, ma sulla Capitale lombarda e modaiola, domenica c’avevano anche il cielo biancazzurro.