Quando è entrato Caicedo, giuro, ho pensato: “Mo’ questo segna”.
Lì sotto il diluvio al Mapei, dopo che Ciccio Caputo, eroe per i fantallenatori, ci aveva annichiliti ed aveva innescato quel meccanismo fatto di innumerevoli calcoli preventivando quanto davvero facesse male il pareggio.

“Ohhhhh la VAR non piglia… È saltato il 4G….”

Quando l’omone grosso è entrato, ho pensato all’ennesimo gol di Immobile, ai guizzi di Correa e poi al tutto che era andato in fumo per la solita distrazione becera.

Quando Caicedo ha segnato, ho visto finalmente la rivincita di un calciatore che di certo non si può paragonare a Ronaldo, ma che in quel momento valeva come Ronaldo.
C’ha pensato Felipao a spegnere le speranze di De Zerbi che, nonostante tutto, era scuro in volto quasi se la sentisse la beffa dell’ultimo minuto.
Perché quando la terza in classifica ti martella sotto porta, forse lo sai che prima o poi ti segna.

L’ “uomo della Divina provvidenza”, quello che ha saputo scacciare i fantasmi della sosta, di quel ritorno mai lieto per noi laziali.

L’ha risolta Caicedo in un epilogo da film, nel fango e sotto il diluvio.
Alla fine vincere è quello che conta per davvero, ce la portiamo a casa la vittoria, bruttina, coi fantallenatori che godono per il +3 di Ciccio Caputo, con il riscoperto Patric a cui andrebbe dedicato un editoriale lunghissimo.

Ce li portiamo via i 3 punti, con un secondo tempo che ci ha fatto esplodere il fegato, in cui avremmo voluto spingere il tasto reset.
La vita però non è un PC da resettare, così come non lo è il calcio, l’uomo grosso se l’è sobbarcata sulle spalle la Lazio quasi sapesse che il suo compito era proprio quello; entrare e buttarla dentro.

Il salvatore in patria che mette a tacere le altrimenti polemiche su Milinkovic da ordinaria amministrazione.

Quando il Sassuolo ha pareggiato, tutto quello che poteva andare storto, pareva esserci andato per davvero.
La sensazione di trovarsi davanti al solito show di una Lazio sprecona, col morbo delle provinciali, quel morbo fastidioso che ti fa prendere l’avversaria sottogamba anche se il Sassuolo basso in classifica, ha sempre dimostrato di essere insidioso forse proprio con le big.

È successo un fatto unico che studieranno in qualche famosissimo campus americano: dopo aver buttato alle ortiche il vantaggio e le canoniche 780 occasioni, abbiamo vinto all’ultimo minuto!

Caicedo è l’uomo giusto nel momento giusto, il minuto che conta, il piedone che conta anche se non è CR7.
Il Sassuolino nella scarpa non fa più male.
Vincere è uno stato emotivo, chiedetelo a Mourinho.

Alla fine sul tabellone appare il nome di Felipao che non solo segna, ma lo fa aggiustandosi il pallone tra le fette quasi avesse tutto il tempo del mondo.

Veni Vidi Caicedo.

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