Una volta si diceva: rimandato a settembre.
Il mercato di Igli Tare invece è rimandato a luglio, per il momento lo si può considerare tranquillamente “bocciato”.
Qualcuno mi darebbe della st****a, in effetti avrebbe anche ragione, dopotutto come si può bocciare una cosa inesistente?
Lo ha dimostrato malamente il cammino europeo, snobbato a grandi linee dalla società nel momento stesso in cui ha optato per i pochissimi ed inutili acquisti. Ovviamente, eccezion fatta per Manuel Lazzari.
Finché rimarrà un torneo buttato lì atto solamente a vantare la presenza oltre i confini del Belpaese, sarà difficile, se non impossibile, arrivare in fondo.
Lotito sta spingendo i suoi verso la Champions League, adesso noi la stiamo aspettando questa benedetta qualificazione nell’ Europa dei vip.
I biancocelesti hanno gareggiato in un girone abbordabile, oserei dire “passabile”, dove la rivelazione è stata il Cluj, una specie di Lazio più scarsa ma con moooolto più mordente.
Ok, portiamo a casa la disfatta, il ritornello lo conosciamo a memoria, l’Europa League è stato il dazio da pagare per un bene maggiore.
LA SCELTA DEL MERCATO
Tare ha fallito l’obiettivo, ovvero quello di colmarreil gap tra panca e titolari.
Ad eccezion fatta per Lazzari che è 10000 volte meglio dell’ex titolare Marusic, la passerella dei vari Jony buttati al caso, è stata deludente.
Per non parlare dei 12 mln spesi per Denis “disaster movie” Vavro.
Adekanye non piace a Simone Inzaghi e perciò si trasforma facilmente nell’ennesimo spreco.
Jony/Vavro/Adekanye….pollice verso.
Una lapidaria sentenza per le scelte di Tare, scelte fatte quando non era il momento delle scommesse, ma sarebbe stato quello delle certezze.
I “nuovi” non hanno ancora convinto, ci aspettiamo la folgorazione sulla via di Damasco, ma francamente dopo tutto questo tempo la vedo dura.
Francamente penso sia abusata la parola “ambientamento” arrivati quasi a gennaio.
Francamente, fatico a trovare gli alibi.
Francamente, penso non ci siano.
Se la Lazio arrivasse in Champions League, non è merito di Igli Tare nel presente, ma il merito va alle scelte passate e tornate utili nel momento del bisogno. Parlo dei vari Caicedo.
Il DS biancoceleste c’ha tolto le speranze dichiarando che a gennaio non investirà.
Senza più l’Europa League, la panchina sarà dimenticata a sé stessa con tutto l’esercito delle seconde linee, Patric, Cataldi, Bastos, Proto e tutta l’allegra brigata.
Questo campionato sta creando le premesse perché l’impresa venga centrata, sta gettando le basi per alcune permanenze future.
Le altre sono impegnate ancora a livello internazionale, l’Atalanta ad esempio ha la testa altrove ed in Serie A perderà ancora qualche punticino, il Napoli è un’incognita troppo giù in classifica per preoccuparsene ora, Inter/Roma non molleranno facilmente il colpo in Europa League, la Juventus…va beh… La Juventus punta ad alzare il trofeo dei trofei.
Cavalcare l’onda è doveroso, cavalcarla subito mettendo pian piano una piccola ipoteca sul terzo/quarto posto.
E allora sarà quello il momento in cui Tare sarà chiamato a farci vedere come si fa un mercato da “big”.