Qualcuno mi perdonerà se il napoletano non è corretto, ma “Giggino il traduttore”, così ha rielaborato quel -pensaci tu- che ha dato il titolo a tutta questa mia chiacchierata.

È quasi superfluo specificare di chi sto parlando…e di chi se non di Ciro Immobile?!
Il bomber di Torre Annunziata ha alle spalle una storia complessa fatta di luci ed ombre, soprattutto in terra straniera perché, il ragazzo partenopeo fuori dal Belpaese non ha mai trovato feeling.

“Mi arrampico da secoli ogni parete è mia”
, canta Renato Zero.
Partito dalla Juventus arrampicandosi nelle gerarchie giovanili bianconere, ha proseguito arrampicandosi poi su una parete assai più ripida: quella del calcio dei grandi.
Il momento di crescere arriva per tutti, come arriva il momento di prenderli per mano i sogni e smettere solamente di cullarli.

Forse al principio la sua storia somigliava a quella dei tanti ragazzi con in testa il pallone, quelli che fanno tanta gavetta e che sbracciano aspettando alla stazione il treno della vita.

E questo arrivò coi granata, nella sponda opposta a quella della Vecchia Signora,  capocannoniere della Massima Serie e poi una decisione, che oggi a posteriori fu azzardata.
Andare a cercare fortuna all’estero.
Tra la Germania e la Spagna,  Borussia Dortmund e Siviglia, la sorte non fu benevola, ma quando tutto quello che potrebbe andare storto ci va per davvero, infine arriva la Lazio.

Storia recente nei capitoli della vita di Immobile, un amore sbocciato subito e mai messo in discussione, un amore che nel cuore dei tifosi capitolini non è stato mai scalfito nemmeno dai rumors di mercato.
Anche perché poi diciamocelo: erano solo cazzate per rimediare qualche like.

Storia recente, storia di oggi e racconta tanto altro con la maglia dell’aquila.
Dopo aver sfatato il tabù a San Siro, 30 anni di attesa, Ciru’ ha toccato una vetta altissima: 147 partite e 100 gol.

Incoronato Re sulla sponda biancoceleste del Tevere, è entrato a gamba tesa nella storia ultracentenaria della Lazio.

Erede di Miro Klose, lo ha già superato non solo raccogliendo un pesante fardello, mica robetta essere paragonato ad un campione mondiale, oggi Immobile si è distaccato dall’etichetta e non è più solamente “l’erede”, ma è diventato protagonista assoluto.

A Diletta Leotta ha confessato:

“Mi piacerebbe restare qui fino al termine della carriera. La città è bellissima e sto benissimo. Anche con la società il rapporto va alla grande, i tifosi mi amano. Quando trovi un certo equilibrio è difficile andare via”.

Allora Ciro, 1000 di questi gol e di più ancora, ovviamente in biancoceleste e magari sfatiamo il “tabù partenopeo”.

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