Il Derby dovrebbe essere la festa della Capitale, la lotta atavica per il primato cittadino, lotta che lascia però il tempo che trova: 90 minuti e poi se famo ‘na birretta.
Perché il calcio nasce puro, il tifo anche, come aggregazione e fratellanza.
Sintomatologia di un calcio ancora più malato, lo sport viene messo in secondo piano, l’odio invece è sempre primo in tutto.
La stracittadina si è aperta sotto il peggiore degli auspici: gli striscioni rivolti all’indirizzo di Zaniolo.
Sono laziale, ma mai, e giuro mai, nella vita, augurerò la sedia a rotelle ad un ventenne.
A prescindere dalla maglia che veste.
D’altra parte c’è da ipotizzare che sia stata un’azione orchestrata dagli stessi tifosi romanisti, una messa in scena atta a danneggiare i supporters biancoceleste.
Meno grave sarebbe per la Lazio, ma si sfiora la patologia.
“Zaniolo come Rocca… zoppo de Roma”, col simbolo dei portatori di handicap…. questa è malattia mentale, non è tifoseria.
Fonseca, seppur non puntando il dito (fuori dai denti) contro l’ambiente laziale, era stato netto: Chi ha fatto quello striscione non è un tifoso, non ama il calcio.
Parole più aspre, come giusto siano state, erano arrivate dalla figlia di Francesco Rocca.
È la prova di quanto sia malata la società di oggi che riesce a trasformare anche un gioco bello come il calcio in un luogo malato, dove non esiste umanità ma solo violenza.
Non punto il dito contro chi ha logicamente pensato senza ragionevole dubbio al tifo biancoceleste, a parti inverse lo avrei pensato anche io, ma le parole chiave sono le più giuste “quanto è malata la società”.
Lo schifo non si è fermato a Zaniolo.
La giornata del derby, è stata seguita dalla gara al San Paolo tra Napoli e Juventus, nel corso di questa in Italia abbiamo appreso la triste notizia: Kobe Bryant c’aveva lasciati, deceduto per una tragedia in elicottero insieme alla figlia tredicenne.
Poche ore dopo, sui social è apparso un post:
“Ma Immobile non ce l’ha l’elicottero”.
Come è accaduto per lo striscione verso Zaniolo, a parti invertite appunto, tutti abbiamo pensato che il “sommo poeta” di questa illuminante citazione, era un tifoso giallorosso. Perché oramai tutti puntiamo il dito contro tutti.
Jessica Immobile ha prontamente commentato:
“Siete dei mostri”
E sono intorno a noi, magari ci siedono accanto allo stadio, magari ci scambiamo due parole.
Quando il calcio è diventato malato?
Forse tutto nacque nell’era del calcioscommesse, quando il pallone andò in galera.
Evento che avvelenò non solo l’universo sportivo, ma sparse le sue bandiere distorte all’interno delle tifoserie, nel cuore della gente.
Perché se nulla è puro, se la magia in cui credevi si deforma davanti ai tuoi occhi, allora logora così tanto anche la mente delle persone.
Belli i tempi in cui chi perdeva il derby pagava il caffè!
Poi il mondo è crollato e tanti come me, sono nati dopo Paparelli, il razzo, i cori, lo schifo e sono cresciuti nel calcioscommesse quando, ciò che credevi puro, in fondo non lo era.