Silvio Proto si racconta ai microfoni di Foot Magazine:

«I miei ultimi quindici minuti con la maglia dell’Anderlecht? Sin dall’inizio della partita sapevo che sarebbe stata l’ultima. All’improvviso, ho avuto un lampo, ho pensato: ‘Mi mancherà qualcosa’. E le mie emozioni sono uscite: ho iniziato a piangere come un bambino, impossibile trattenere le lacrime. Sono commosso, solo a pensarci. Non volevo andarmene, davvero no. Ma almeno me ne sono andato in tranquillità. Ho fatto del mio meglio fino all’ultimo giorno. Non sono costato un titolo all’Anderlecht. A volte era un’ossessione: immagina, fai un errore che costa un titolo di campione! È anche motivo di orgoglio. Quanti errori ho fatto? Ricordo solo un grosso errore, contro lo Zulte Waregem. Senza pretese, posso dire di essere migliore dei portieri che sono stati all’Anderlecht prima di me e di quelli che sono venuti dopo. Sono rimasto molto più a lungo di tutti loro».

«Il mio unico rimpianto con la Nazionale belga è l’infortunio al braccio poco prima della Coppa del Mondo in Brasile. Sapevo che sarei stato lì solo come terzo portiere, ma avrebbe potuto essere una bella esperienza umana».

FUTURO

«Avrò 37 anni a maggio, ma mi sento benissimo fisicamente. Farò un bilancio alla fine della prossima stagione. Potrei continuare, o smettere… Ho vinto tanto in carriera, quindi se domani mi venisse detto che è finita, non sarei triste. Nessun rimpianto, nessun problema. Cosa farò una volta smesso di giocare? Non l’ho ancora deciso. Vivo giorno per giorno, non mi faccio troppe domande, la vita mi porterà cosa dovrebbe portarmi. Non sono concentrato su una cosa specifica. Ho iniziato dei corsi di coaching in Belgio, li seguo a distanza, ho programmi di studio e formazione online. Abbiamo molto verde in casa. Quindi invece di guardare le serie su Netflix, mi alleno! Quando c’è una pausa internazionale, torno e faccio gli esami».

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