Lo dice Inzaghi: lucidità e raziocinio.
Ha giocato l’Inter domenica all’Olimpico contro la Lazio, Padelli a parte, nemmeno poi così male, i nerazzurri ci avevano provato intendiamoci, non avevano reso le cose troppo agevoli .
Romelu, ogni sua discesa era un incubo da guardare e da vivere.
Poi ha cominciato a giocare la Lazio, grazie a Stefan De Vrij che ha restituito un qualcosa e l’aquila è diventata più bella, cattiva, arrembante.
E lo direi subito a Conte: il rigore ha forse influito ad innalzare gli animi sì, ma ha vinto quella che ha meritato di più.
Dall’Inter ci si aspettava quello che si è visto una squadra a viso aperto così come i biancocelesti in una gara che avrebbe proiettato una delle due al vertice della classifica.
Contro Milinkovic-Savic prepotente e devastante, contro Ciro Immobile nella freddezza dal dischetto.
Ma la partita l’ha vinta soprattutto Simone Inzaghi. L’ha vinta contro Conte.
Ha vinto la razionalità, il pensiero, il pragmatismo.
Ha vinto la solidità contro la filosofia del tecnico nerazzurro che, sicuramente, non ha sbagliato nulla.
L’allenatore piacentino però l’ha vinta a cominciare dai cambi che alla lunga gli hanno dato ragione.
Respirare… Serve Lazzari, qui tutta la differenza con Conte che, prima di racimolare le idee, si fa sorpassare. Mancano forse le idee, un paradosso, mentre Inzaghi predica la lucidità ed il copione lo aveva preparato a casa, le entrate in scena orchestrate minuto dopo minuto.
Dall’altra parte carica i suoi, li invita alla ragione, alla cattiveria, alla “fame”.
Perché nessuno ha saputo fare né come né meglio della “piccola Lazio” diventata improvvisamente la più grande, che ha dato lezioni in primis alla Super Juve e lo ha fatto per ben due volte.
Un plauso a questa Lazio libera dall’Europa League, libera dalla Coppa Italia che oggi parla addirittura di Scudetto.
Un plauso a questa Lazio che non è solo carattere e forza, che non ha vinto solo grazie al famigerato “San Culino” , ma ha messo in campo il coraggio delle idee.