Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, soprattutto se in ballo ci sono milioni e milioni, perché nostro malgrado abbiamo capito che i soldi contano assai di più delle persone per qualcuno.
Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, finalmente anche i finti sordi hanno sentito.
Si sono, per meglio dire, limitati ad accettare le imposizioni del calcio ed hanno preso una decisione clamorosa, ma assolutamente unica, di sospendere tutte le competizioni europee.

Caos: questo era il termine che caratterizzava  le ultime 24 ore del pallone.
Se in Italia ed in Spagna si era deciso un blocco collettivo ed univoco, il resto d’Europa continuava ad andare avanti incosciente, o meglio dire “menefreghista”, in materia d’emergenza.

In ballo, infatti, non c’era solo la naturale interruzione di Champions ed Europa League, ma soprattutto il regolare svolgimento delle trasferte in due tornei “itineranti”.
Non riguardava solamente  il territorio italiano, poco dopo infatti Spagna, Inghilterra, Olanda, Francia e Portogallo,  si sono finalmente accorti della gravità della situazione.

Forse tardiva come misura, ma assolutamente dovuta, la Premier e la Francia calcistica sono arrivate alla stessa conclusione già presa in Serie A: rinviato tutto a data da destinarsi.

Il coronavirus non ha fermato  il campionato in Germania, o almeno non immediatamente. Attraverso una nota ufficiale la Federcalcio tedesca ha confermato il regolare svolgimento delle gare in programma questo weekend, seppur a porte chiuse.
La sospensione dei campionati sarà effettiva solamente a partire da martedì, e durerà fino al 2 aprile. Bundesliga e 2.Bundesliga, dunque, non seguiranno con effetto immediato gli esempi degli altri principali campionati calcistici europei.

La UEFA ha messo una pezza qua e là. Non capiva che l’intero palazzo del calcio stava implodendo per poi esplodere.
Non capiva ed aspettava passando sulla gente “comune” che frequenta questo grande “teatro”.

Mentre l’Italia si barricava in casa, tra Champions ed Europa League, giravano per l’Europa  giocatori, interi carrozzoni pieni di persone tra dirigenti e staff.
Ieri sera sono stati giocati parecchi match e tra questi, l’ Olympiakos contro il Wolverhampton,  pur sapendo che il patron del club greco è risultato positivo al coronavirus.

Ma com’è stato possibile che una squadra con il presidente positivo, possa scendere in campo? Eppure stiamo parlando di un virus facilmente trasmissibile.

La precauzione prima di tutto.
Vorrei chiedere alla UEFA il motivo di queste politiche imbecilli. Poi lo trovo e non ho bisogno di chiedere: sono i milioni che movono il sole e le altre stelle.
Ah già, i soldi.

Il calcio ha mostrato il suo volto peggiore, impazzava l’emergenza, eppure i vertici del calcio non hanno guardato nessuno.
Prima di arrivare allo stop definitivo della Serie a, si respirava un clima di litigiosità,  accuse di chissà quale ‘complottismo”.
Intanto le persone si ammalavano, là fuori c’era l’Italia.

La UEFA ha preso questa decisione, unica logica ed umana, non per scelta, ma per la scelta che hanno fatto gli altri: semplicemente non c’erano più squadre da far giocare.

Finalmente la decisione è stata ufficializzata, le immagini arrivate dell’ Anfield strapieno con  Liverpool ed Atletico Madrid regolarmente in campo, sono state però un pugno in piena faccia con un’Europa in piena emergenza.

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