Dall’epoca fastosa di Sergio Cragnotti alla gestione Lotito, per casa Lazio ne è passata di gente.
La storia recente è stata un continuo alternarsi:  gioie e dolori, campioni e bidoni.
Gli assoluti top player che hanno vestito la maglia della prima squadra della capitale e quelli che ci sono stati spacciati per tali.
Ma se c’è una categoria che a modo suo ha lasciato un segno, è sicuramente quella delle grandi, epiche bufale.
Dagli acquisti a parametro zero alle scommesse d’esperienza, passando per coloro in cerca di riscatto pronti a diventare stelle di prima grandezza.

Preparatevi a stringere i denti, nei miei milioni di giri sul web ho raccolto parecchi dati e vi propongo una classifica “lazionalpopolare“, un film horror scritto e non diretto da me.
Quelli che dovevano spaccare …..e poi “vuoto cosmico”.
Accolti tra squilli di tromba e fanfare. Dovevano essere salvatori della patria, invece………

Juan Pablo Carrizo
Acquistato dal River Plate nel luglio del 2007 per la cifra di 7,5 mln, in quell’epoca l’esborso più esoso della gestione Lotito. Ci volle un anno per vederlo alla nefasta opera, il trasferimento venne inizialmente bloccato per problemi di passaporto.  Nel 2009 il portiere argentino accolto tra squilli di tromba e fanfare, ma  dopo 23 presenze e 33 reti subite viene rilegato in panchina per far posto a Muslera. Una saponetta al posto del cuore e dei guantoni.

Christian Manfredini
Stagione al top tra le fila del Chievo che lo portò all’attenzione del calcio italiano. Arrivò  in casa Lazio nell’arruolamento 2002-2003. Chi si aspettava di vedere un fenomeno sulla fascia destra, rimase presto deluso. I dribbling registrarono un numero di errori talmente alti da fare sembrare il Marusic di oggi un campione. Lascia però un ricordo memorabile: il gol di culo, nel vero senso della parola e dell’azione, che regalò un’incredibile vittoria in rimonta contro il Palermo.

Gaizka Mendieta
La Lazio di Sergio Cragnotti dalla seconda metà degli anni ’90 fu una vera e propria potenza europea.
Alla chiusura del campionato 2000/2001, arrivarono alcune brutte sorprese per i tifosi, Juan Sebastian Veron ceduto al Manchester United e poi all’improvviso persino Nedved fece le valigie. Per rimediare al conseguente malumore della piazza, Cragnotti corse ai ripari, ma la gatta frettolosa fece i figli ciechi e così, convinto di aver trovato il miglior centrocampista del momento, l’ex presidente incappò nel bidone più costoso della storia  biancoceleste: Gaizka Mendieta.
Bandiera del Valencia, protagonista delle ultime due stagioni di Champions League e miglior giocatore della stagione 2000/01. Insomma, tutti punti che sembravano giustificare i 90 miliardi spesi.
Fu l’ultimo acquisto sfarzoso dell’era Cragnotti. Arrivato per sostituire Pavel Nedved scese in campo 20 volte lasciando come unico segno… Ehm ..ha lasciato il segno? Diventò “la morte Nera” per una Lazio sull’orlo del baratro che doveva comunque pagargli non solo lo stipendio, ma saldare il Valencia.
Debito pagato solamente nel 2004 quando al club spagnolo vengono ceduti gratuitamente Stefano Fiore e Bernardo Corradi.
E Mendieta? Pare sia stato avvisato a coltivare erbe aromatiche nei pressi di Valencia.

Djibril Cissè
Premessa: dovevano essere faville in coppia con il bomber di Opale, re “Mito” Klose.
Accolto al suo sbarco a Fiumicino da migliaia di tifosi biancocelesti sospiranti, l’avvio di stagione fece sperare bene, dopotutto il buongiorno si vede dal mattino infatti, al suo esordio in campionato a San Siro segna il momentaneo 0-2.
Eh sì, “il buongiorno si vede dal mattino”,  peccato che divenne subito sera ed incredibilmente quello a Milano reste l’unico ruggito in campionato del leone francese.

“Cissè ci stavi? Eri connesso? Non funzionava il wireless?”

In questo caso però, bisogna riconoscere che la Lazio ebbe una gran botta di posteriore e dopo appena sei mesi, durante il mercato invernale, riuscì a piazzarlo altrove. (QPR)

Javier Garrido
Chiariamoci, c’è stato molto di peggio e l’esterno basco forse non è più cattivo di altri che non ho nominato in questa mia classifica a 5.
Garrido venne acquistato per resettare la fascia sinistra rimasta orfana di Kolarov spedito nell’estate 2010 al City per 22 mln. La gentilezza British è cosa nota,  e così la dirigenza del Manchester svincolò Garrido e Lotito, vedendo il parametro zero, non seppe resistere alla tentazione.
Non fosse altro che il calciatore fu titolare solamente tra i corridoi di Paideia,  sempre infortunato, sempre fuori.
21 presenze in 2 stagioni, parecchie da subentrato.
Nell’estate 2012 fu appioppato dalla Lazio  al Norwich, neopromosso in Premier. Sembrò per lui un nuovo inizio, a differenza di quanto fatto a Roma, giocò e addirittura giocò tanto il primo anno.
Poi…. poi sparí dai radar. Oggi? Ultimo avvistamento tra i verdi pascoli con la casacca dell’AEK Larnaca.

Di più nin zo’!

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