Che confusione, sarà perché siamo in Italia, sarà perché non siamo la Bundesliga, sarà che non ci stiamo più capendo niente.
Eh già, diciamocelo chiaro: non siamo la Bundesliga e non siamo la Germania.
In terra tedesca è bastato il “sì” di Angelona e dopo 7 giorni il campionato è ripartito.
Per un attimo, tra sabato e lunedì, mi sono sentita di nuovo “normale”.
C’ hanno messo poco a scendere in campo e tirare calci ad un pallone, dunque mi chiedo se sia davvero così difficile farlo anche in Italia.
Nel nostro Paese però, tutto è un’immensa bagarre senza fine, senza né capo e né coda.
Prendiamo ad esempio gli allenamenti di squadra, solo per gli allenamenti si è fatto casino.
Non si trova una giusta direttiva, mi chiedo allora, un’altra volta, come sarà possibile far ripartire l’intero sistema calcistico, anzi, mi chiedo SE.
E le domande nella mia testa si affollano e arrivano addirittura alla prossima stagione quando, il coronavirus non avrà ancora smesso di circolare indisturbato.
Come riferito dal ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, il comitato tecnico-scientifico non ha ancora validato le nuove linee guida per le sedute collettive ed i club restano alla finestra in attesa del “libera tutti”.
Dovrebbe arrivare nelle prossime ore, ma lo stesso si ha avuto la sensazione di una brusca frenata sul fronte, già lentissimo, della ripartenza del campionato.
Cerchiamo di rimanere ottimisti e pensiamo che non si tratta di una cosa troppo penalizzante, le squadre comunque continueranno a seguire un protocollo di sicurezza estremamente rigido e non sarà il Carnevale di Venezia.
Il CTS però, dovrebbe finalmente esprimersi e dare l’ok alle nuove linee guida in modo da consentire alle squadre di allenarsi in forma collettiva.
Cerchiamo di rimanere ottimisti, ma quello che sta succedendo, non lascia trapelare un esito positivo e, soprattutto, proietta al di fuori un’immagine caotica del nostro calcio.
Perché parlo di segnali per nulla incoraggianti?
Perché mentre la Liga studia un piano per disputare partite addirittura alle 23:00 cercando di porre rimedio alle temperature proibitive, in Italia il nuovo provvedimento firmato dal premier Conte vieta tutte le competizioni sportive fino al 14 giugno.
Si era ipotizzata la ripartenza della Serie A per il 13 giugno, adesso è davvero a rischio.
Come aveva riportato il Corriere dello Sport infatti, il nuovo Dpcm, entrato in vigore da ieri, così recita:
«La FIGC, preso atto delle determinazioni assunte nel DPCM del 17 maggio recante ‘misure urgenti di contenimento del contagio sull’intero territorio nazionale’ e preso atto della sospensione sino al 14 giugno 2020 degli eventi e delle competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati, di cui al citato Decreto, nelle more di ogni ulteriore e auspicabile decisione della autorità competenti a riguardo, ha prorogato la sospensione dell’attività sportiva fino al 14 giugno 2020».
Al momento, quindi, la Serie A non ripartirà prima di metà giugno, a meno che non arrivi un altro Dpcm.
Intanto la gente si allena in gruppo nei parchi, si affolla nei Corsi, torna a lavorare. Il calcio però, più controllato di tutto, rimane fermo.