Come il campionato, anche la Coppa Italia riprenderà. Tempi strettissimi, serrati e racchiusi in una finestra temporale di 10 giorni appena.  

13 ed il 14 giugno in scena le semifinali, mentre la finale si disputerà il 17 all’ Olimpico,  il 20 toccherà finalmente alla Serie A.

Ora è ufficiale, il calcio italiano riaprirà i battenti, ma sarà un vero “Je joue le massacre”, figurativamente parlando “gioco al massacro” e lo sarà soprattutto per quelle squadre che, non solo dovranno recuperare qualche gara, ma sono impegnate nelle coppe.

Per ora ci occupiamo del torneo nostrano che vedrà in campo per rompere il ghiaccio Juventus-Milan e Napoli-Inter.

La finale, il 17 giugno, avrà come cornice il consueto scenario dello Stadio Olimpico di Roma. Sarà dunque una Coppa lampo: in 4 giorni.

Necessità farà pure virtù, ma pensare che le decisioni prese non avrebbero scontentato nessuno tra i club coinvolti, era pura utopia. La colpa è del coronavirus, la tabella di marcia figlia del bisogno di non vedere la morte del pallone . In poche parole: – Ce se deve sta’-. O meglio, così dovrebbe essere, ma il calcio italiano è teatro di tante liti e troppe beghe.

Il calendario fitto che pare aver creato non pochi problemi.

L’Inter ha tuonato e la società nerazzurra s’è proclamata caposaldo di questa “nuova rivolta”. Dovrebbe essere la più toccata, negativamente parlando, in quanto dovrà scendere in campo il 14 giugno contro il Napoli e resta in attesa di scoprire quali siano le decisioni sulla prima giornata di campionato.

 Se, come trapelato, si sceglierà di far recuperare nel primo week end disponibile la 25 esima giornata, allora l’Inter avrebbe a che fare con un tour de force niente male: Prima il Napoli, poi l’eventuale finale e, dopo pochissimi giorni, il recupero della sfida con la Sampdoria. Tre partite in una settimana sono indigeste a Milano ma, guardando il lato positivo, nessuno ha detto che arriveranno a disputare la finale di Coppa Italia!

Così il club ha comunicato la sua decisione di far scendere in campo la Primavera contro la gang di Gattuso se le cose non cambieranno. Ce ne faremo una ragione!

CALCIATORI

Oltre alle rivolte che vedono coinvolte le società, ce n’è una che è solamente dei calciatori.

 Il problema in questione riguarda una delle tre fasce orarie indicate per le partite, ovvero quella delle 17:15. ( Le altre due sono 19:30 e 21:45).

I giocatori vorrebbero evitare l’ora del thé in modo da non dover sopportare il caldo e stanno muovendo una piccola ribellione nella speranza che qualcosa possa cambiare.

TV

Per quanto riguarda i diritti tv, Spadafora ha affermato che si augura che si possa raggiungere un accordo con Sky,  mentre la decisione di riprendere con la Coppa Italia è anche dettata dall’esigenza di mandare in tv tre partite in chiaro.

I contatti  continuano anche se, a quanto si dice,  le società porteranno in tribunale Sky per il pagamento della sesta rata televisiva, quella che comprende il periodo del lockdown. 

Insomma, il caos non si attenua nemmeno con la decisione stabilita di riprendere il calcio. Ma stiamo in Italia, il caos è nostro fedele compagno.

Tradotto in soldoni: non ve sta bene mai un c***o. Va beh, ce ne faremo una ragione…ciò che conta è ricominciare!

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