«Il calcio sarebbe ripartito quando ci sarebbero state condizioni di sicurezza e quando il Cts avrebbe dato l’ok ai protocolli. L’Italia sta ripartendo ed è giusto riparta anche il calcio. Il Cts ha dato l’ok al protocollo ma mantenendo la quarantena. La Figc mi ha assicurato il piano B (playoff e playout) e piano C (cristalizzazione della classifica), in caso di nuova sospensione. Il campionato riprende il 20 giugno. Il mio auspicio è che dal 13 giugno al 20 giugno possa giocarsi la Coppa Italia, prima che il campionato riparta il 20 giugno».
Con queste parole Vincenzo Spadafora ha sancito la liberazione del calcio dal coronavirus.
In un mondo che non è più normale, sarà normale giocare in estate.
LO SCUDETTO VIEN D’ESTATE
Così aveva esordito La Gazzetta dello Sport, che provava ad ipotizzare il piano per salvare e concludere la stagione 2019/2020 quando la ripresa sembrava lontana.
Quando il campionato aveva congelato i suoi verdetti e si cercava il modo per non scontentare nessuno.
La Befana vien di notte, ma lo Scudetto potrebbe arrivare in estate, in stile balneare.
Intanto il sol Claudione, una volta appurata la ragione assoluta che aveva sempre avuto  di non far morire l’intero sistema calcistico, annuncia follie in caso del Tricolore in bacheca.
La squadra di Inzaghi è consapevole di quanto fatto durante questa stagione e punta forte al titolo nazionale.
12 giornate dalla fine, solo un punto ci divide dalla Juventus e di certo le motivazioni non mancano.
Il padre padrone di Formello ha messo sul piatto un bottino stratosferico: in caso di Scudetto ben 10 mln da spartire, circa 400 mila euro ad ogni singolo calciatore.

CHI ERAVAMO E CHI SIAMO DIVENTATI

Prendete una Lazio brutta e sconfitta nel post-Pioli.
Prendete poi la beffa clamorosa: Marcelo Bielsa non arriva.
Un colpo in puro stile “loco” fa saltare baracca e burattini. 
Lotito rimane con un pugno di mosche, contestato da un’intera piazza laziale e l’unica mossa è quella di consegnare definitivamente la squadra a Simone Inzaghi. 
Un allenatore normale, l’esatto opposto dell’universo Bielsa.
Prendete, dunque, quella Lazio bruttina e le solite deludenti sessioni di calciomercato e solo allora noterete le conquiste della fragile creatura di Lotito. 
Vedrete i risultati, i paragoni con Maestrelli, 3 trofei in 3 anni. 
Con il suo più grande merito non solo tecnico e soprattutto caratteriale, che l’ha resa un “modello” capace di grandi imprese.

A pieni titoloni sulle prime pagine e, per una volta magari, non si è parlato solo di Lazio negativamente, ma dell’ anti-Juve. La famosa squadra cercata in questi ultimi anni in cui la Serie A è diventata territorio bianconero.

INSIEME
La Lazio è una famiglia, i tifosi sono tornati allo stadio. 
Una squadra normale, senza Cristiano Ronaldo e roba simile, capace di fare cose straordinarie.
2019/2020 è stata, finché coronavirus non c’ha divisi, la nostra stagione.
Record di vittorie consecutive ed il sogno scudetto che, di partita in partita, iniziava diventare vero.
Poi lo stop e la speranza che le prove generali per il Tricolore siano solamente state rinviate dopo una cavalcata assurda.
Il sogno è figlio del “mondo possibile”, di un’annata cominciata in sordina e poi stravolta all’improvviso. 
Ormai non si gioca più a nascondino, la parola non è più un tabù: la Lazio e la sua gente allo Scudetto ci crede!

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