M’ha fatto male. "Doveva anna’ così fratelli’, ho preso er muro", era diventato virale sul web un video del rapper impazzito.
Anche la Lazio ha preso il muro chiamato Atalanta.
Doveva andare così, la sconfitta questa sconosciuta da mesi, prima o poi dovevamo riassaporarla e non è detto sia stato un male.
"Poveri vincenti, non sanno quello che si perdono".
La Lazio ha i suoi limiti e forse li avevamo solo dimenticati.
Allora possiamo incazzarci, è dovuto, ma il disfattismo non serve a niente.
Vedere i primi 30 minuti e poi….e poi riecco la Lazio pre-Atalanta nel mondo pre- coronavirus.
Lo sapevamo, dovevamo farci i conti: questi quattro mesi pesano e sulla testa.
Ci siamo illusi senza capire che la partita non finisce al primo tempo, ma al triplice fischio.
Nel calcio la palla gira, si vince e si perde, spesso si pareggia, ma sarebbe assai surreale un campionato senza sconfitta.
Eppure quella di mercoledì sera, è la stessa Lazio dei record, è la stessa Lazio che veniva osannata anche fuori le mura romane.
E me lo ripeto mentre guardo il biglietto sbiadito di Lazio-Inter, quando tutto era bellissimo, quando il mondo non era stato messo in isolamento.
Sono ottimista però, forse non per mia natura, forse per una natura adottata chissà dove e penso:
1 siamo secondi
2 l’Inter è sotto
3 non esiste l’ "invincibile" e quindi non lo è nemmeno la Juve.
Detto questo, riavvolgere il nastro, cacciare lontano il disfattismo e capire che nel mondo reale, non esistono i sogni facili.
Soprattutto lo Scudetto non è un sogno facile.
La sconfitta non deve far perdere la lucidità e non deve buttare alle ortiche tutto il bello visto in questa stagione.
O meglio, nel campionato 1.0, prima che un virus uscito dal c**o di chissà quale pipistrello, camminasse indisturbato per il globo.
Forse quel campionato adesso lo avremmo vinto, o forse no. Abbiamo sperato nella ripartenza, questa è.
L’Atalanta poi era la peggior squadra che si potesse affrontare dopo 4 mesi di niente e la gang di Inzaghi è caduta.
" E il modo ancor m’offende", ma la nota positiva in questo movimento neo disfattista è il tempo. 
Eh già, 11 giornate ancora in cui tutto può succedere.
Perciò non gridiamo alla "Lazio da serie B".
Certo alcuni punti vanno rivisti, alcuni errori sono da correggere, qualche calciatore deve imparare a gestire meglio le energie, forse la squadra prima della pandemia lo aveva imparato.
I sogni non fanno tutta la strada da soli, è tempo di lavorare perché la via per lo Scudetto ha subito una svolta e Google Maps si è un po’ inceppato.
La destinazione però sta ancora lì finché non sarà la matematica a dire "no".
11 finali e lo dice Milinkovic da Instagram: 
«Siamo molto incazzati, veramente tanto… Non molliamo, testa già a Sabato!».
E se lo dice lui, io ci credo!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *