La Lazio perde in quel di Lecce , la squadra di Liverani ha imposto una maggiore freschezza atletica e una giusta voglia di vincere contro i biancocelesti che sono fermi sulle gambe e con la mente alle mete balneari che presto raggiungeranno con le loro “belle”.
Si, la Lazio ha disputato una super stagione, si è costruita una classifica d’oro ed ha vinto una Supercoppa Italiana contro la Juventus, ma ora quella squadra sembra essere sparita.
Le attenuanti esistono quando giochi con squadre di qualità, ma quando perdi con la squadra che a livello tecnico è la più scadente della Serie A, allora i conti non tornano.
Vero è che la Lazio ha assenze importanti, vero è che i recuperi dei giocatori infortunati sono stati gestiti in maniera quantomeno discutibile, è tutto vero, ma decidere di giocare con un Leiva in una forma fisica imbarazzante, rinunciando di fatto ad un uomo per tutto un tempo, mi sembra una scelta scellerata anche da parte di mister Inzaghi.
Un reparto offensivo praticamente assente, Immobile è il fantasma di se stesso nonostante le occasioni per andare in rete non manchino, lui le spreca come un Babacar di turno, quel Babacar che ieri ha messo in porta un gol di testa con una difesa schierata e lasciato libero di colpire indisturbato.
Il reparto difensivo prima della gara persa in rimonta contro l’Atalanta era quello meno battuto del torneo, ora sembra essere tornati ai tempi di Wallace, un continuo mancato raccordo con i centrocampisti lo rendono vulnerabile, Strakosha si dimostra fortissimo tra i pali ma nelle uscite è sempre più timido, lavoro buttato per Grigioni che dopo anni ancora non ha inculcato certi segreti a Thomas.
Le occasioni che ha avuto il Lecce sono state bilanciate dai due colpi di testa di Adekanye e Milinkovic nel finale neutralizzati da due grandi interventi di Gabriel, frutto di un isterismo certificato anche dal morso indegno di Patric al suo avversario, una sconfitta che è meritata e vergognosa.
La Lazio viaggia a 1,20 punti di media a partita, quindi anche se rimanesse questo il cammino da ora fino alla fine i biancocelesti chiuderebbero con circa 78 punti circa, un punteggio che ci consentirebbe il ritorno in Champions League.
Ma le figuracce sono dietro l’angolo, questo crollo nei finali di stagione non è un caso, questo è il quarto anno consecutivo che la squadra di Inzaghi non tiene la concentrazione, si squaglia con i primi caldi e va incontro a prestazioni di una pochezza fisico atletica fuori categoria.
Se ti vuoi ergere ad antagonista della Juve devi crescere nel cervello, non puoi staccare la spina dal momento che i bianconeri ti mettono a + 7 punti, un crollo psicologico da squadra poco convinta anche di quello che ha fatto e che pensa di campare di rendita.
Questa è la Lazio, una squadra di tradizione, la quarta squadra più vincente in assoluto in Italia dopo le corazzate del nord, non vi è permesso di perseverare nelle sconfitte , anche se il vostro orticello ormai lo avete coltivato.
Non ci avete creduto e questo lascismo vi ha dimostrato che se invece avreste vinto contro il Lecce, oggi staremmo a -4 punti dalla Juve , con 7 partite da giocare sarebbe ancora tutto in discussione.
La costruzione motivazionale a certi livelli è tutto, un martellamento costante vale di più di 10 fenomeni in campo senza birra , alla Lazio azzoppata manca anche la spinta dei nervi che i mental coach non hanno saputo scolpire nell’anima di questi vacanzieri con i scarpini.