"Caro Senad ti scrivo così mi distraggo un po’ e siccome sei molto lontano, più forte ti scriverò…."

Capitano mio capitano, Senad torna a casa che il freddo qui si fa sentire e non solo perché il meteo ci prepara già alla settembrata romana.


Dove stai Senad? 

È la domanda che è diventata insistente in questi ultimi giorni, da quando il ritorno non è così scontato.


Intanto c’è un’altra domanda: S’ha da Fares?

Fanno, disfano, ma a parecchi giorni dall’inizio del vociare, non si muove foglia e qualcosa comincia a puzzare di bruciato.

È strano, caro Senad, parlare adesso di calciomercato e soprattutto lo è se le notizie che arrivano, riguardano la fascia sinistra sofferente già da oggi.

Quella stessa corsia che per anni ti ha visto correre, incasinato e casinista, con la maglia sempre più sudata delle altre.


C’è ansia in casa biancoceleste, caro Senad, perché la situazione legata a te appare cupa e confusa.


Sarebbe una tegola in piena testa per Simone Inzaghi, i compagni e soprattutto per la tifoseria che non riabbraccerebbe più il suo condottiero.

-Non ce voglio pensa’-.


E poi?

Le parole le porta via il vento, le parole ma non Parolo, quindi caro Senad, aspetto. 


Dolore dell’arto fantasma, l’anno del ritorno in Champions senza te, sarebbe una stretta al cuore, il solo pensiero mi rattrista.

Perché chi, come me, t’ha amato davvero con tutti i tuoi difetti, preferirebbe mille volte il tuo nome ai tanti sparati sul mercato.


Inzaghi proverà a metterci una pezza, Lukaku, Kiyine, Marusic, se ritorna Durmisi, Jony, ma…. C’è un MA grosso come una delle Tre Cime di Lavaredo.


Senad ora si sta curando a Desenzano del Garda con la speranza di risolvere definitivamente il suo problema.

Se però si va cercando una garanzia, questa rimane latitante.


Uno dei grandi assenti al ritorno in campo dopo lo stop per il coronavirus, la Lazio è rimasta orfana del suo leader indiscusso da febbraio. Un infortunio alla caviglia che, agli albori, era sembrato risolvibile in un mesetto.

Poi ci fu la seconda operazione, la quarantena, "il ritorno a fine giugno" che poi diventò luglio che poi diventò "non ancora".

Che mio padre comprò alla fiera dell’Est.

Lontano da duecento giorni, giorno più giorno meno. 

Grande assente anche dal ritiro di Auronzo di Cadore e, dopo anni passati a combattere per la causa laziale, caro Senad, meriti la stagione in Champions League.

Tra i protagonisti indiscussi nel campionato versione pre-virus, le alternative "Jony ma sta in campo?" pe’ l’amici e Lukaku ad intermittenza, hanno evidenziato quanto il tuo ritorno sia davvero fondamentale. 


Oggi, alcune voci di corridoio, parlano di un molto probabile addio di Senad al calcio giocato per stabilirsi definitivamente con la famiglia in Svizzera. 

"Lassù tra le montagne tra boschi e valli in fior". Quadretto poetico, ma -nun te ne anna’-.

Qualcun altro invece è pronto a scommettere su di lui, magari a campionato in corso.

Qualsiasi decisione sarà presa nel massimo rispetto in primis dell’uomo e poi del calciatore che con una zampata improvvisa fece piangere Totti e mise il punto alla boria giallorossa.

"Ciò che facciamo in vita riecheggia nell’eternità" disse Massimo Decimo Meridio ne "Il Gladiatore" e la storia racconterà sempre del 26 maggio, di quello che più di tutti volò vicino al sole.


Intanto aspetto e proprio da te, è arrivata una dichiarazione che profuma di promessa:


«Da giorni leggo notizie infondate sulle mie condizioni fisiche e sul mio futuro. L’unica verità è che mi sto curando in Italia con i migliori specialisti per risolvere il problema». 


Oh, capita’ non fa’ scherzi!


"Caro Senad ti scrivo così mi distraggo un po’ e siccome sei molto lontano, più forte ti scriverò…."

  

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