Non so a voi, ma a me fa ridere il fatto che ogni tanto a Claudio Lotito qualcuno debba far girare gli zebedei scatenando reazioni furibonde. O meglio, spiego; Mi fanno però ancora più ridere i titoli dei giornali che annunciano "bufere", la Lazio "spaccata" e caduta sotto il bastone del suo presidente.
Mo’ ci si era messa di traverso pure la questione atterraggio a Crotone quando, Hoedt, per scongiurare la paura, aveva fatto un bel video ricordo.
Cioè, se succedesse qualcosa di sconvolgente potrei pure capirlo, ma saltar fuori e creare un putiferio mediatico sul nulla, davvero, beh, dai passo…
Di video girati dai ragazzi ne abbiamo milioni sui social, ma stavolta a Lotito ha girato il didietro e no: Er video non se può fare!
Ma se proprio devi, caro Wes, io lo farei su Marco Parolo!
"Finché dura fa verdura", diceva mia nonna, è stato bello finché è durato, ma è durato più del previsto. Il "vecchio Marco" da Gallarate ha ancora la garra per dire la sua in campo.
Altro che i mezzi fenomeni osannati dalla stampa, gente pescata non si sa da quale cantone, basta le monografie su Cristiano Ronaldo. Parlate di cose serie, parlate di Marcolino.
Uno che non è nato top player, non lo è mai nemmeno diventato, ma ha saputo dimostrare a tutti che conta er core, il resto è per i poveri di spirito.
Nemmeno il tempo di fare la copertina ad ogni articolo da qui a Natale con Ciro Immobile che, a distanza di sicurezza, arriva il numero 16 biancoceleste e la butta dentro in Champions League.
Chi non lo ha preso al fantacalcio si mangi i gomiti perché, Parolone nazionale, non ha alcuna intenzione di accomodarsi in panca.
Marco è una garanzia, Parolo d’onore.
Perché il calcio di oggi è ossessionato dai numeri, dall’eterna giovinezza e spesso lascia indietro, come fosse sfiducia cieca, i grandi lavoratori. Ma per chi il calcio lo guarda come me, forse sbagliando per carità, ci sarà sempre un posto titolare basato sul campare di rendita. Avrà sempre un grazie mille da sussurrare a chi non può essere lasciato in un angolo.
Dopo anni nei quali le sue legnate a destra e sinistra hanno imperversato su tutti i campi della Serie A mettendo a dura prova gli stinchi degli avversari, può raccontare la sua favola.
C’era un ragazzo di Gallarate una volta e c’è ancora, dalla Serie C alla Champions League.
L’avevamo messo in conto, figuriamoci, la panchina di Parolo in un centrocampo affollato tra Leiva, Cataldi, Akpa Akpro la rivelazione ultima, Escalante il "vice di Leiva" e poi ancora Pereira da Manchester del quale ancora non si è ben capito quale sia il ruolo perfetto.
In panchina c’era scivolato davvero… Poi il COVID, poi la chiamata d’urgenza e lui era sempre pronto.
Ovunque: tra poco pure in porta.
Ed eccoci lì per capire in una partita magari lenta, rega’ porca miseria arriverà pure quella, che il nostro abbiocco sarà interrotto dalle giocate funeste buttate in campo dal ragazzo from Gallarate.
Sapevamo al principio che Simone Inzaghi non si sarebbe fatto incastrare dal sovraffollamento a centrocampo e non avrebbe lasciato indietro nessuno.
Parolo si è sempre immolato per la nostra causa, ha retto i momenti bui, quelli dei blackout quando la squadra cadeva per intero, eravamo stanchi pure noi, ma per ‘sto cristiano di 35 anni, una medaglia al valore ci a avanza?
La fortuna aiuta gli audaci, Marcolino è audace.
Lazio in emergenza?
Inzaghi sa di chi fidarsi.
In difesa, da esterno, mezzala, nove vite come i gatti o come i "grandi".
Un ragazzo umile, poco carismatico forse, senza rasature o tatuaggi a tutto braccio con Madonne varie, è lui l’uomo della Provvidenza.
Alla fine della fiera contano i fatti, le parole stanno a zero.
Il calcio premia il lavoro, la testa bassa, i veri atleti e ne sono convinta, ho visto Parolo buttarla dentro in Champions League.
È lo spirito di sacrificio che spinge la carriera, il piede bono da solo conta praticamente un caiser.
Non passerà alla storia come uno dei calciatori più forti che ha militato nelle fila biancocelesti, ma sono sicura che tanti di noi un giorno diranno: – Ehhhh ce fosse stato Parolo da Gallarate-.
Ragazzini miei col pallone tra i piedi sui campetti di periferia mentre sognate il grande Barcellona, date retta a me, il successo non sta nelle copertine patinate, vicino alla starlette del momento… Il successo sta altrove e ve lo insegna il numero 16 della Lazio.
Tra le pagine ingiallite un giorno lo troverete.
Affamato di calcio e di sport, un esempio per tutti i suoi colleghi giovanotti, Parolo è un vero "figo".
Parolo volò sul nido del cuculo: laddove osano le aquile!