Quando perdi, non perdere la lezione. Parole del Dalai Lama e siccome è Natale, chi si potrebbe citare meglio del Dalai Lama ?
In totale sincerità, c’ho messo due giorni per riuscire ad elaborare quello che ho visto mercoledì sera a San Siro.
E poi niente. Ti rimane la cena sullo stomaco e ti ci resta anche la solita telecronaca di Pierluigi Pardo . Ma che dobbiamo fare? Ci sintonizziamo volontariamente.
Cosa dire della partita al San Siro? Ho una domanda ed una risposta che sarà comunque sbagliata.
E poi niente, c’è che a forza dei 5 cambi concessi, come fosse un obbligo, si cambia l’inverosimile.
E poi niente, c’è che a forza di vivere nell’attesa di un chissà quale exploit, passano 20 milioni in tot minuti.
Dai, 20 milioni per Muriqi? Adesso ce lo potete dire: stiamo su “Scherzi a parte”.
Poi, alla fine della fiera, io nemmeno ce l’ho col ragazzone gigantesco, ma non trovo il senso e quello più sensato lì in panchina, Caicedo, è stato snobbato.
Devo gettare mestamente la spugna: non l’ha persa Muriqi, l’ha persa Inzaghi.
Ecco la mia risposta comunque sbagliata.
Di fronte a quel disagio creato dall’uscita di Immobile e MILINKOVIC, l’ha persa Inzaghi, sottolineo battendo la mano sulla tastiera.
Perché quando le cose stavano funzionando, si cerca la soluzione contraria alla realtà.
E la storia finisce in una questione dettata dal didietro. Nel calcio come nella vita: puoi avere tutto il talento che vuoi, ma se non hai la proverbiale botta di natica, allora non hai quasi niente. Chi ce l’ha più grosso finisce per tendere il trappolone ed avere la meglio, questo è l’unico merito rossonero.
Tutto a dispetto dei biancocelesti che, nonostante fossero finiti sotto di due reti nel giro di un valzer, non erano banali, anzi, erano televisivi, avvincenti, reattivi.
Chiariamo subito un concetto: la Lazio ha giocato benissimo!
Visti gli elementi di paragone, continuo a chiedermi perché Muriqi e non Caicedo. Che poi, lo ripeterò fino alla nausea, non è colpa del calciatore (Vedat) se qualcuno ha fissato il prezzo ed un altro lo ha pagato.
Mi chiedo, inoltre: fuori Immobile e MILINKOVIC, “voglio trovare un senso a questa storia anche se questa storia un senso non ce l’ha”.
Che poi quando togli MILINKOVIC, del quale balza agli occhi l’oggettiva bellezza calcistica e la fisicità è forse la minore tra le sue virtù, a me il cuore sobbalza sempre un po’.
E lo dico con tutto rispetto per Pereira che, forse, avrebbe dovuto giocare dal primo minuto vista l’instabilità fisica di Correa lamentata in partenza.
Non capita spesso, ma sbaglia pure Inzaghi.
Sin dall’estate gli hanno reso le cose decisamente complicate tra calciomercato insoddisfacente, David Silva che fa il debutto in Sociedad, Olivier che si Giroud dall’altra parte e la telenovela del rinnovo tra poco su Netflix.
Dapprima infilandolo nel malcontento della tifoseria, poi nel malcontento dello stesso mister che non ha visto accontentare in pieno le sue richieste. Io me lo immagino coi cotillons all’arrivo di Hoedt. O forse no.
C’hanno salvato i “sogni di gloria”, quel girone di Champions intonso.
Simone negli ultimi due anni, si è visto proporre una sfilza di giocatori imbarazzanti, VAVRO tra questi, –Adekanye perché mai?– e Durmisi.
Tante volte mi chiedo se non siano stati tentativi per spingere il tecnico piacentino verso la botola.
Siamo sinceri e facciamo atto di giustizia. Bisogna assolvere Muriqi dal prezzo del suo cartellino, da questa colpa che non ha e che gli è stata appiccicata addosso.
La verità non vi piacerà abbastanza, eppure mercoledì non l’ha persa Vedat, l’ha persa Simone. Sorry mister!
Probabilmente non era la serata giusta, probabilmente la sfiga ha girato più della fortuna. Oramai siamo abituati a questo iter. All’ultimo minuto: che sia la gioia o la iella.
Simone Inzaghi ha anteposto le sue idee a tutto il resto. Non avrà guadagnato molti consensi sui social, ma si sa, ogni tanto ama correre il rischio.
Anche quando non prevede il “vissero felici e contenti” finale.
Non amo le minestre riscaldate, ma nemmeno le improvvisate e soprattutto non le gradisco a San Siro.
Oh, è Natale. Basta imprecazioni che Babbo ve sente!
Xoxo.