Io sono arrivata alla conclusione che questa stagione biancoceleste sia una specie di prova per testare:
1. Le coronarie
2. La pazienza
3. Quanto ci crediamo.
Un esame per noi che ci dilettiamo nel commentare le partite senza sovrastrutture etiche, atto a verificare quante parole riusciamo a scrivere senza imprecazioni.
Abbiamo assistito a partite prive di una qualsiasi logica, altre di una noia mortale, alcune al cardiopalma, la Lazio che pareva il Bayern Monaco contro Roma/Atalanta, sino ad arrivare a quelle stile domenica: ‘na strizza rega’, con relativa sequela di impropri sulla punta della lingua.
Insomma, l’annata 2020/2021, partendo proprio da gennaio 2020, è al pari delle migliori serie su Netflix.
Cioè, dico io, ore ed ore spese a chiacchierare su un mercato inconsistente, della paura che avrebbe fatto la Champions League e poi ci si permette addirittura di lasciare in panchina calciatori del calibro di Pereira. Il che mi rattrista molto, ma mi fa anche riflettere.
Penso allora che Simone "se la sente calla" per lasciare in panca gente come Pereira appunto e che è stato non solo accontentato dalla dirigenza, ma che è pronto a metterci le mani sul fuoco.
Siamo stati giorni a fare congetture su quale fosse la malevola trama dietro ai 20 milioni spesi per Muriqi e poi, pian piano, il bestione Kosovaro comincia ad uscire dal suo guscio.
Chiariamoci, non avrei speso comunque 20 milioni. Ma si sa, io aspettavo Giroud….capite?! Mi perdonerete se son caduta vittima davanti al fascino del blasone e del secondo marcatore nella storia Nazionale francese calcistica. E tutto a prezzo ragionevole.
Perché poi, alla fine della "teoria del tutto", restano le nostre opinioni fondate sullo zero assoluto. Il buon vecchio Vedat non lo conosceva nessuno. Siamo sinceri SantIddio.
Discorso diverso per Wesley Hoedt, conosciuto e ri-conosciuto a pieno nella partita…. Ma, va beh, Ca va sans dire.
DA ZERO A CENTO
Un inizio di campionato annegato in tanta fuffa che sarebbe stata scansabilissima con qualche punticino in più rimediato qui e lì. Ma, si sa, i rimpianti fanno parte del calcio.
Nemmeno troppo indolore, sono.
Partite dove la pennichella di mezz’ora ci stava pure tutta, che c’hanno portato a distaccarci dal finale da favola e dal romanticismo.
E lo dice una romantica cronica che però, suo malgrado, ha sempre nel cuore il miracolo Leicester.
Siamo arrivati da zero a cento in un secondo, un po’ come il vaccino russo Sputnik V…. Pronti a conquistare le grandi vette della classifica pur essendo partiti in sordina.
Ma non esiste adagiarsi sugli allori.
Domenica ci ritroveremo davanti l’Inter, stesso periodo, quasi stesso giorno di un anno fa, era il 16 febbraio 2020 infatti, quando MILINKOVIC accese prepotentemente in noi il sogno Tricolore.
In un mondo più bello, gli spalti pieni e pronti ad intonare un sonoro "stronzooooo" ogniqualvolta De Vrij sfiorava il pallone. Ma pure ‘na mosca, il concetto restava lo stesso: strunz.
Rega’, la corsa vera inizierà domenica.
Capisco che a molti non sia piaciuta la gara contro il Cagliari e capisco pure che di certo l’Inter non è la Roma, dunque, capisco la punta di preoccupazione.
Ci sta.
I giallorossi ed il Napoli hanno perso, l’Atalanta ha pareggiato e la Lazio è uscita indenne dal trappolone di domenica sera.
Un vecchio saggio mi disse: "La partita perfetta è quella che se vince".
Ecco, allora Lazio-Cagliari è stata una partita perfetta.
Ok, lo ammetto, i biancocelesti non sono "ordinati" in campo, anzi, fanno un gran casino. In più le piccole pecche non mancano.
Lulic deve riprendere minuti nelle gambe e non ne ha mai fatto un segreto di Stato, Akpa è confusionario nonostante la sostanza, Pereira perché sta in panchina, Alberto è incazzoso fino al midollo (ve lo dico, sta nascendo per me un nuovo ammmmore), Musacchio pure non è ancora al top della forma, Hoedt Ca va sans dire, Patric a "me ME piace", Radu deve dosare il "consumo energetico"…. Insomma, non nascondiamoci dietro un dito, i difettucci ci sono.
Eppure esiste una sconfinata bellezza in campo. Lo stesso Alberto incazzoso è bellezza.
Milinkovic -lassa perde’ Madrid- è il giocatore "più meglio der monno" e lo dico senza esagerazioni: il più forte ce lo ha la Lazio.
Lazzari è un diavolo della Tasmania incontenibile, Acerbi è il tutto inglobato in un solo uomo, Immobile SCARPA D’ORO, Reina è assolutamente il salto di qualità, Leiva over the top e…. Ho dimenticato qualcuno?
Ah sì, Correa… Ma Joaquin è un argomento di cui mi piace parlare molto…Separatamente. Idem Strakosha.
Tra bellezza e piccole pecche, vi è solo una grande cosa importantizzZzzima:
Abbiamo riacchiappato la Roma al quarto posto.
No, certo, non "abbasta", la Lazio deve assolutamente guadagnare terreno sulle inseguitrici e lo deve fare dimostrando qualcosa all’Inter, mettendo a tacere, una volta ancora, lo spocchioso Conte.
Arriverà l’ennesimo test, l’ennesimo banco di prova per vedere quanto davvero siano grandi le grandi ambizioni.
Quanto davvero si tiene alla Champions League per non essere solamente sculati figuranti da un anno e via.
E questa Lazio -adesso- sa…. è diventata consapevole che il pre-covid non fu solo un caso, ma che potrebbe ripetersi tra i difettucci e la meraviglia, perché:
"L’imperfezione è bellezza, la pazzia è genialità, ed è meglio essere assolutamente ridicoli che assolutamente noiosi".
Disse Marylin Monroe.
Io ci credo. E voi ci credete?
Xoxo.