Narrami, o musa del calcio, l’ira funesta dell’Alberto Luis….
Ve lo dico; in me sta nascendo un nuovo ammmmore. Sta diventando un’ ossessione.
Chiariamoci, ci vedo benissimo e calcisticamente parlando me ne ero già innamorata ma, sono una inguaribile romantica e vado perennemente in cerca delle emozzzzionnnniiii.
Luis Alberto che si incazza toccando punte di trash assurde. Alberto tu mi turbi.
Io penso che la reazione al cambio in Lazio-Cagliari, sia tra le cose più TOP viste in campo domenica.
Recap: gente furiosa in casa biancoceleste ne abbiamo avuta, vi è solo una piccola differenza.
Di solito il caratteraccio era una specie di buffetto sulla spalla a quei calciatori poveri di talento, ma ricchi di personalità.
Premetto che il morso di Patric a Donati non avrà mai eguali.
Appunto, -dicevo-, di trash ed incazzature varie ne abbiamo fatto mambassa, ma quando ad essere furente è uno dei migliori in rosa, allora l’attenzione cresce.
Dall’aspetto compassato, il primo anno in quel di Formello avvolto nel buio, Luis Alberto non ha vissuto solamente un exploit meraviglioso calcistico, ma anche caratteriale.
Non si è fatto mancare niente: Luis Alberto è sempre incazzato, anche quando esulta dopo aver segnato.
Becere o discutibili, come volete voi, le esultanze polemiche che spesso hanno fatto storcere il naso alla tifoseria laziale, erano pur sempre manifestazioni non taciute di malesseri o situazioni che gli scombussolavano gli zebedei.
La faccio breve: mi interessa come gioca, quel che scrive sui social, i "vaffa" che dispensa qui e lì, mi interessano meno.
E poi in fondo, siamo tutti Luis Alberto.
Narrami, o musa del calcio, l’ira funesta dell’Alberto Luis.
Domenica ha colpito la bandierina del corner dopo il cambio ordinato da Simone Inzaghi, eppure non sono lo stesso riuscita a considerarla una reazione indecente, al contrario, in me è sbocciato un sentimento.
Rega’, adesso ho finalmente capito che Alberto non ha peli sulla lingua.
E questo lo dico in riferimento al putiferio invernale scoppiato intorno alla sua persona.
Ma comincio dal principio:
1. È spagnolo, credo sia normale tifi una squadra spagnola.
2. Non amo le frasette false e di circostanza.
3. Se gioca come gioca lui, può anche fare il dito medio fronte telecamera.
Ennesimo #recap.
Luis si era reso protagonista di un attacco verso la società:
"L’ho visto l’aereo, comprano cose, ma non ci pagano. Spendono tanti soldi, ma per noi non c’è niente".
Polemico sui social, tra Instagram e Twitch, lo spagnolo si era abbandonato ad alcuni commenti al vetriolo.
"Molto bello, ma quando ci occupiamo di chi c’è dentro? L’apparenza".
Redarguito, o multato, di Luis Alberto non puoi comunque farne a meno.
E se a novembre era finito nella bufera per le dichiarazioni poco gradite da Claudione Lotito, la sostituzione indigesta di domenica stavolta si era chiusa già sul campo.
“Arrabbiato per il cambio? L’ultima persona al mondo con cui può arrabbiarsi è il sottoscritto".
Nel post gara aveva commentato Simone Inzaghi.
Narrami, o musa del calcio, l’ira funesta dell’Alberto Luis.
Eccessivamente emotivo, caduto spesso nel trappolone di trasformare proprio l’emotività in rabbia percepita al di fuori con una punta di antipatia, dimostra allo stesso tempo che non sta lì a pettina’ le bambole.
Luis Alberto ci tiene.
Possiamo fargliene una colpa? No, non credo.
Forse possiamo imputargli una piccola caduta di stile, o la mancanza di aplomb, ma al "sangre de España" io dico sempre sì.
Un chiaro tentativo da parte mia di erigermi a paladina dei passionali.
"Tu chiamale se vuoi, emozioni".
Ma solo io mi diverto come una matta senza rimanere basita?
Il calcio ha raccontato sin dalla notte dei tempi storie di calciatori fenomenali con caratteri TERIBBBBILIII.
E se c’è chi la chiama stizza, io la chiamo semplicemente come l’ho sempre chiamata: emotività.
Historia de un número diez
Quel che muove il talento di Luis Alberto, è quello che gli passa per la testa, anzi, per il cuore.
Spinto a dare il meglio nella polemica o se felice, è anche vero il contrario. Se non è in pace con sé stesso ne risente anche il piedino fatato.
Luis è così.
Uno dei migliori centrocampisti in circolazione, quando arrivò a Formello nessuno lo conosceva ed intorno a lui c’era assai più pessimismo che scetticismo.
Per un intero anno quel ragazzo che sarebbe diventato "El Mago", non lo abbiamo proprio visto.
Sapevamo a grandi linee delle parentesi calcistiche per nulla esaltanti sul curriculum e che era stato uno dei soliti low cost lotitiani.
Talento cristallino ha rischiato di scomparire a causa di un momento personale non felice che, inoltre, gli aveva fatto venire l’idea, malsana aggiungo, di lasciare il calcio.
Il fantasma del fallimento, l’ossessione di non aver fatto vedere di cosa fosse realmente capace. La frustrazione di un giocatore giovanissimo che, forse, nemmeno sapeva quanto in fondo si sarebbe potuto spingere.
La Lazio in cerca di scommesse a lungo termine ha bussato alla sua porta e, a Tare va l’indiscutibile merito di aver capito che questo sconosciuto, quasi scivolato nel dimenticatoio, poteva ancora brillare di luce propria.
Certo, nemmeno Igli avrebbe potuto immaginare la pesca miracolosa nel mucchio, non un calciatore "discreto", ma un vero fuoriclasse. Perché certe volte si ha bisogno solo di una chance, anche se arriva vestita da Igli Tare. Un top player in attesa di qualcuno pronto a dargli una bella spolverata.
La Lazio lo strappò al Liverpool per la cifra esigua di 4 milioni. Come cambiano le cose, eh!
Passerà del tempo, ma laddove Felipe Anderson cadde Luis Alberto si innalzò e lo sguardo malinconico di uno rimasto ai margini, lasciò spazio al MAGO.
Dopo una stagione ad altissimi livelli, guardando indietro, il terrore di tutti era che si trattasse dell’ennesima meteora, invece lo spagnolo non si è più fermato.
Ancora legato a Felipe Anderson, fu proprio la partenza del brasiliano a lasciargli addirittura la maglia numero 10.
Questa è solamente la storia -non banale- che va dal pensiero prematuro dell’addio al pallone alla "consacrazione".
E se c’è chi osa ancora criticare la sua fede calcistica, i suoi post social, le dichiarazioni troppo esagerate, le esultanze polemiche… Beh, sappiate: è ora che la finite con queste stronzate.
Xoxo.