"Le disgrazie arrivano 3 a 3" così recitava un vecchio detto popolare e mia nonna che, non appena arrivava una brutta notizia, aspettava le altre 2.
Io l’ho accettato, ho accettato la SACRAURNASVIZZERA che ci ha schiaffato davanti il Bayern senza pietà, ho accettato l’ennesimo accollo sui tamponi…. Ma… Una roba proprio non mi va giù: Giacomelli di nuovo .
Dopo anni da quell’arbitraggio osceno, il quale destò anche la stampa spagnola, passati nel mito-porcheria Jack O’Melly, con la procura indagatrice sul fischietto eccessivamente punitivo ed il profilo social foto di Totti intento a segnare un rigore per la Roma. Il tutto gli aveva fatto rischiare il deferimento mentre era stata avviata anche una class action dei tifosi biancocelesti (per gli accadimenti in Lazio-Torino)…. Beh, Giacomelli ritrova la Lazio.
È doverosa una piccola precisazione: "Da regolamento, gli arbitri non possono utilizzare nickname per impedire l’identificazione di un profilo su un social network. Il direttore di gara era registrato come "Jack O’Melly" e questo aveva fatto scattare l’inchiesta".
Io sto qui ad immaginarlo pronto a ribaltare le partite di tutti gli sfortunati che ha trovato sulla sua strada. (Esempi ce ne sarebbero).
Ogni tanto la Lazio è ‘na palla al piede, ok, ci sta che ti faccia uscire di bocca una sequela di impropri, ma Giacomelli in questo momento delicato in classifica, è proprio segno che il karma vuole punirci.
No, caro Karma, non lo accetto. Pure se "o te magni ‘sta minestra"…
In fondo, in fondo, penso pervasa da una ventata di ottimismo, che Giacomelli abbia imparato la lezione e sia votato alla redenzione. Ed è l’augurio più grande che posso farci.
Diciamo che la notizia l’ho presa con lo stesso entusiasmo in cui prendo chi mi consiglia di non mettere i tacchi perché tanto si vede che sono bassa.
"Jack O’Melly" ritrova, dunque, la Lazio. Dopo tutto il casino di qualche annetto fa.
Avrei preferito la distanza di sicurezza come si fa ai tempi del coronavirus.
Ok, scusate, ho sprecato parole su parole cercando di ricostruire l’inaccettabile.
Parliamoci chiaro, anzi, chiarisSSSSimo: incentrare il fulcro di una partita intorno all’arbitraggio ed essere pronti ad imprecare prima del tempo, non è roba sana. Essere prevenuti nemmeno.
Quello che Giacomelli fece, tra uno sbuffo e l’atteggiamento da presa per il culo, fu una puntina squallido.
Io credo che se a quell’uomo fosse stato impedito di arbitrare la Lazio per il resto della sua carriera, di ingiustizia non ne avrei trovata nemmeno una briciola.
Insomma, va bene tutto, ma pur sempre di Giustizia Sportiva stiamo parlando e, forse, in un senso ironico allo stremo, l’ho fatto nell’incipit di questa mia opinione.
Todavia, il dado è tratto.
Gli eventi del passato sono di dominio pubblico, sarà ora di sfatare il mito maligno Jack O’Melly?
Sappiamo che il calcio è fatto di un universo di piccole cose che possono giocare a tuo favore o contro.
C’è anche molto altro però e nella fattispecie l’arbitraggio.
L’ultima volta andò a schifio.
Dicembre 2017, Stadio Olimpico contro il Torino, un match che, solo a fine campionato, risultò una sconfitta sanguinosa poichè costò la qualificazione in Champions League. Cose che capitano, sì, se non fosse stato per l’orrore clamoroso Giacomelli. La rabbia, dunque, fu più che legittima.
Dapprima il fallo di mano di Iago Falque in area di rigore granata passato in cavalleria beatamente, per poi finire allo scazzo che vide coinvolti Immobile e Burdisso.
L’attaccante biancoceleste fu espulso dopo il consulto del VAR.
Una doppia presa per i fondelli e la Lazio si vide negare un rigore netto come una macchia di vino rosso su un divano bianco e dovette giocare in 10 il resto della gara.
A me, di ‘sta gente col fischietto in mano nell’intero universo Formelliano, in fondo non mi è mai fregato più di tanto. Uno vale l’altro, ma stavolta sento giusto una puntina di rammarico. Che poi ognuno è libero di giudicare anche su parametri predefiniti il calcio, non si sa chi li abbia stabiliti i parametri, comunque ognuno è libero di viversi le cose come meglio crede.
PS, allora come ora: la panchina avversaria era capitanata da Sinisa Mihajlovic.
Sarà un ritorno al futuro? Beh, spero proprio di no!
Per tutto il resto c’è Netflix, commentare serie TV stravaccati sul divano….
Xoxo.