Esistono due tipi di laziali.
Quelli che quando hanno letto, nemmeno un mese fa, del rinnovo di Parolo hanno sofferto di reflusso gastroesofageo post datato. In pratica si son sentiti risalire il pranzo di Natale. E poi ci sono quelli come me, i romantici vintage "capitano mio capitano".
Forse è vero, certe notizie non sembrano mai particolarmente entusiasmanti pensando alla sessione di calciomercato estiva, soprattutto quando aspetti il nome blasonato per vincere lo Scudetto.
E invece, porca miseria, questi rinnovi agli ultratrentenni si rivelano sempre paraculate che evidenziano la differenza tra chi fa legna davvero e chi è poca roba senza carattere.
Perché senza la stronzaggine del mestierante fai poco, i ventenni a Parolo gli spiccano casa!
Marcolino per la Lazio è semplicemente perfetto, è esattamente ciò di cui, noi amanti delle trashate e delle sportellate in campo, abbiamo voglia.
Porta sostanza in partite per loro natura cruciali, riempie spazi vuoti e, in lui, vi è sempre la prontezza davanti agli imprevisti.
Sa interagire coi compagni senza competere per un riflettore perché ha imparato una grande verità: per i "fabbri" gli applausi arrivano solamente quando il copione finisce.
Mandate, adesso, un video della partita contro il Bayern Monaco ai ragazzini con un pallone al piede. Magari impareranno qualcosa e smetteranno di pensare che gente tipo Balotelli sia il prototipo del calciatore. Un atleta di 36 anni che segna All’Allianz Arena in Champions League…ciao giovini!
In casa Lazio gente come Giroud non piove dal cielo, Tare non sa imbastire una sessione notevole di calciomercato, -leitmotiv per chi dopo 15 anni non ha ancora capito che Mbappé te lo sogni di notte e ti svegli depresso-, allora non resta che fare un grosso atto di fede e credere nei "senatori biancocelesti".
Io ci credo. Io credo. Amen.
A chi di occasioni ne ha buttate alle ortiche, la storia di Parolo non suonerà per niente nuova.
Gli strafalcioni, i gol mancati, le bestemmie tirate per poi capire che quelli come Marcolino sono la spina dorsale di questa Lazio.
Quando hai superato da parecchio la soglia dei 30 e sei più vicino ai 40, il massimo che ti puoi aspettare è sopperire assenze qui e lì.
Quando hai superato da parecchio la soglia dei 30 e sei più vicino ai 40, non puoi certo immaginare di essere usato come difensore centrale, o di segnare in casa del Bayern Monaco.
Ecco, di storie simili noi laziali ne conosciamo a decine.
Parolo è la spalla amica su cui piangere nel momento del bisogno. Per la Lazio c’è sempre.
Uno che la mentalità ce l’ha giusta ed insegna che è proprio la mentalità a far la differenza. Poi il piede.
A 36 anni la titolarità in Champions League è un lusso riservato a pochi. A meno che non giochi nel Barcellona, Real Madrid e affini.
Negli ultimi anni ha giocato più "riadattato" che come interno di centrocampo, suo ruolo naturale.
Il contratto è in scadenza a giugno, ma a breve arriverà l’annuncio del rinnovo per un altro anno.
Perché io, una Lazio senza Parolo, non la so immaginare…Perché in casa Lazio uno come Parolo se lo tengono stretto. Perché Parolo sarà sempre la spalla amica su cui piangere nel momento del bisogno. Perché per la Lazio c’è sempre stato. Nei momenti buoni e nei momenti di mer*a.
Xoxo.