Finalmente lo abbiamo capito: il calcio altro non è che un groviglio di interessi dove i "potenti" fanno ciò che vogliono e tutti gli altri li subiscono. Ma abbiamo altresì capito che, nato per la gente, è la gente a deciderne le sorti.
Abbiamo capito quanto i milioni facciano la differenza e la forza degli ultimi romantici.
Adesso tutto viene fuori, le colossali fregnacce fatte nell’ombra, che avoja a girarsi le frittate, MONEY unico Dio a cui ci si vota.
Ma è poi una mossa azzeccata?
È abbastanza ovvio che il mondo non va avanti con gli ideali. O, almeno, qualcuno ci raccontò.
Questa SuperLega ha avuto la vita di un gatto in tangenziale, anzi, forse anche meno. 
Bye, bye Andreuccio... che fa l’ultima alzata di cresta: "Non si fa più, ma in tanti mi hanno chiamato per entrare".
Mi han detto che la Reggina forse è disponibile.
Un nuovo target accolto con disprezzo, apatia o rabbia, capace di attirarsi tutte le bambole vodoo sparse tra i tifosi europei.
Dopotutto ci sarebbe mancata solo questa in un anno già di per sé sconvolto da una pandemia. 
Qualcuno ci parla di GOMBLOTTISTI chiusi nei saloni alti del calcio che ha un solo valore: il vil denaro.
Chi ha i milioni ne vuole di più perché, GUAI, ad accontentarsi.
Moneta contro moneta e avanti chi alza il prezzo.
Nato per la strada e diventato tristemente lo strumento dei potenti, ovviamente. 
I potenti fanno e disfano a loro piacimento, mettono al sicuro le regali natiche e se ne fregano dei romantici.
Questo è calcio, signori, il modello NBA andrebbe abbracciato in altro campo.
Odio a morte le pretese accampate, in principio, dai nostri 3 club, Inter/Milan/ Juventus, ed avrei provato un’estrema goduria nel vederli sprofondare nel didietro del mondo (calcistico), ma sottolineo anche quanto l’Europa del pallone sia stata continuamente manipolata da sceicchi e robe varie.
Ha sempre accolto i capricci, dunque, non mi stupisce sia stata brutalmente perculata.
Allora non mi sorprenderebbe affatto se non venisse presa nessuna posizione nemmeno facendo un processo alle intenzioni.
Intenzioni pianificate, dichiarate e poi crollate su loro stesse nel momento in cui, l’Inghilterra del pallone, si è dovuta salvare le natiche valutando sul piatto della bilancia i pochi pro e parecchi contro.
UN GATTO IN TANGENZIALE
Intorno alle 23:00 o giù di lì, ieri sera era stata convocata una riunione d’urgenza dei club della Superlega. 
E da quel momento, "La SuperLega dei potenti", si è trasformata ne "la SuperLega che aveva paura".
Una riunione durata un’ora, al termine della quale sono arrivate le note ufficiali di quattro delle sei squadre inglesi che avevo aderito e si sono subito ritirate: Liverpool, Arsenal, Tottenham e Manchester United. 
A mezzanotte era già la morte annunciata.
Stamattina era atteso il ritiro del Chelsea ed ecco le parole di Abramovich sorpreso dalla reazione anti-Superlega: "Abbiamo ascoltato i tifosi".
I club rimasti: "Rimodelliamo il progetto" promosso da Florentino Perez e Agnelli. Chi sembra ancora crederci è proprio il presidente della Juve. FORA DALLA SERIE A, se può di’?
Tentenna il Barcellona a un passo dall’addio.
Resta il Real Madrid, ma il primo dietrofront spagnolo è l’Atletico Madrid ad annunciare di non voler più aderire al progetto. L’Inter anche si sfila e lo comunica ufficialmente, il Milan pure saluta Andreuccio, al netto di tutto non può non essere l’obiettivo principe del club.
Mentre la Juventus, pare, abbia fatto un crollo in borsa 
Si attende una nota ufficiale della Super League che potrebbe addirittura chiudere la sua esperienza della durata meno di un weekend.
La stampa europea celebra: "vittoria tifosi".
I cavalli erano fuori dalla stalla, la bomba esplosa il calcio stava per essere stravolto, tramortito, ucciso con la nascita della competizione esclusiva tra 20 top club europei. 
Claudio Lotito, già in principio, non aveva digerito questa idea.
Dal 2019 già se ne parlava in maniera insistente, una super competizione di club ricchi. 
E Lotito, in un’intervista rilasciata a Lazio Style Radio, ha dichiarato:
 “Per la Superlega c’è una filosofia legata solo al business che non rappresenta la passione dei tifosi. Non possiamo privare i tifosi di conseguire grandi risultati, quindi bisogna dare a tutti l’opportunità di partecipare. Non dobbiamo privare lo sport del calcio della sua vera anima: la passione, il sogno. Al contrario, dobbiamo mettere nelle condizioni chiunque di concorrere per un risultato. Il problema della rappresentanza è quello del consenso: i voti contano ma non si pesano. Ogni società deve avere le stesse opportunità. Non esiste che un club ricco conti di più". 
Una presa di posizione palesata anche a margine di una riunione dell’European Leagues, 2019 Madrid, quando Claudio Lotito partecipò per discutere ed opporsi all’ipotesi Superlega. Delle 15 società italiane presenti, solamente il presidente biancoceleste prese parola per opporsi al "calcio ricco" .
“È finito il tempo dei servi della gleba, dei vassalli e dei valvassori. Il calcio non è solo business" .
Io non so, a ‘sto giro, in che si inventeranno. 
Staranno sicuramente tutti già a lamentarsi.
La Serie A era sull’orlo di una crisi di nervi e lo era dal momento in cui ha sentito sussurrare "SuperLega".
Il sentore di dover adoperare una vera rivoluzione si sentiva da chilometri di distanza e tutti pronti ad attaccare infiniti pipponi senza nemmeno immaginarne l’epilogo.
E l’epilogo, il punto, lo hanno messo i tifosi. Simbolo che il calcio è nato dai poveri, per strada e non può diventare il giocattolo dei ricchi 
Forse abbiamo la piena consapevolezza del Drama a cui stavamo andando incontro, forse sappiamo che se ne parlerà ancora nel pieno caos, ma se andiamo avanti così, a fine campionato senza le balls massacrate non ci s’arriva, eh!

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