Mah, vi dirò, che per quanto mi abbia profondamente rotto le balls una stagione intera e per quanto mi stia sulle balls l’aria da "gioco perché i parrucchieri sono chiusi", Joaquin Correa alla fine riesce a regalarmi ‘na gioia con gaudio oltre alle vagonate di trash.
Ho sempre creduto che i suoi numeri non siano stati ancora messi tutti sul tavolo. 
Ha suscitato in me l’istinto di una sorella maggiore. Una che entra in campo, PICCOLA PAUSA PEEEECARITAAAAÀ, ti dà un buffetto sulla spalla e ti dice: -Sei forte, faje male-.
Joaquin è stato troppo esposto, dai proclama della dirigenza su di lui, dalla titolarità estrema cucitagli addosso da Simone Inzaghi, dal prezzo d’acquisto e ciò lo ha reso estremamente vulnerabile. Alle critiche, alle debolezze e agli estremismi. 
Io, in fondo in fondo, sono una vipera senza veleno, la classica stronza del liceo come nei telefilm adolescenziali americani, che poi si scioglie coi lucciconi agli occhi.
Perché, nonostante tutti i comportamenti che ho avuto modo di criticare in lungo e in largo in questi mesi, penso realmente che Correa possa diventare un valore aggiunto della Lazio in un futuro prossimo.
E qui chiudo la mia "Redemption Song".
Qualunque sia il viaggio, mi godrò il finale.
Ha nevicato all’inferno.
E qui le cose sono due; i biancocelesti hanno una doppia faccia. La prima per farci imprecare, la seconda per farci godere. E non esiste via di mezzo alcuna. 
La Lazio ha bisogno di metabolizzare le cose per poi reagire tre giorni o una settimana dopo.
Perdere contro il Milan avrebbe rappresentato sicuramente l’uscita dalla corsa per la Champions League e questo i ragazzi di Inzaghi lo hanno assorbito all’indomani della debacle al Maradona.
Una storia a parte, un’altra Lazio.
La sua risposta è da cineteca.
Picchi e abissi… Un viaggio lunghissimo.
Credo alla Champions?
Troppe squadre in pochissimi punti, dopo la stangata di Napoli, forse, avevo smesso, oggi mi limito al diplomatico -chi vivrà vedrà-.
La Lazio di certo non ha esaurito la garra, ha tecnica, ha forza e, soprattutto, un coefficiente tecnico altissimo. Almeno di alcuni.
Potremmo arrivarci o no a fa’ ‘sta benedetta Champions, ma lo dico col cuore; Qualunque sia il viaggio, mi godrò il finale.
VE PREGO, BASTA PARLARE DI LEIVA
E adesso, arriviamo alle dolenti note. Un conosciuto commentatore Sky c’ha ammorbato per quasi 20 minuti e, dunque, parliamo pure del fallo -PRESUNTO- commesso da Leiva.
Vai, dai, parliamone ancora, fino allo sfinimento se a qualcuno fa piacere così.
Vomitate sproloqui scomposti sui social, in tv, ancora di Leiva, un solo episodio. Parleranno ancora come noi avremmo potuto parlare degli episodi DUBBI di Napoli.
#Recap: al microscopio il secondo gol della Lazio. Tutto è partito dai piedi di Leiva che ha innescato l’azione che ha portato Correa in porta. Il brasiliano avrebbe però commesso, prima, un fallo su Calhanoglu.
Orsato è stato così richiamato dalla sala VAR e dalle proteste rossonere. Dopo aver visto e rivisto la ripartenza biancoceleste, decide di convalidare il raddoppio.
E se volete concentrarvi su un episodio, sulla scelta di Orsato, uno degli arbitri migliori della Serie A e non è ruffiana questa mia dichiarazione, fate pure. CHISSENEFREGA.
Insomma, tirando le somme…
I biancocelesti hanno dimostrato di saper andare palesemente sotto pressione, ma alla fine poi non è nemmeno così.
La Champions League? Boh, personalmente non lo so ed in tutta onestà, mi frega meno di quanto dovrebbe.
Ma io sono un complesso nonsense e da una parte mi dico se sarà sarà e se non sarà, ben venga l’Europa League basta che la si provi a vincere. E non alla "tiramo avanti finché dura" perchè niente fa verdura.
Dopotutto non è una piaga inestirpabile se dovesse… sempre Europa è!
E corriamo il rischio di non vedere, di perderci qualcosa che potrebbe essere bellissimo per la smania di entrare in Champions. Fino allo stremo, fino al voltastomaco.
Simplemente tuyo, Xoxo.

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