Lazio- Torino è destinata a non finire. Le tensioni tra i due presidenti, che hanno tenuto banco pure durante l’anno tra tamponi/rinvii/ricorsi/recupero, sono sfociate amaramente allo Stadio Olimpico ieri sera.

Urbano Cairo, invece di godersi la grande sculata e andare a farsi una pennichella sereno, ha deciso di prendere di mira dapprima Lotito e poi Immobile.

"Bullismo spiccio", io lo chiamo così.

Al termine della gara si è scagliato contro Ciro Immobile con una sequela di impropri. 

Il primo a scendere in campo per difendere il compagno, è stato Luis Alberto tramite il proprio profilo Instagram.

«Grande calciatore ma ancor prima un grande uomo. Nessuno può dubitare di te» 

Ma la faccenda non si può dire di certo conclusa e la Lazio non ci sta.

Dopo l’aggressione verbale di Cairo, anche Tare ha deciso di usare il pugno di ferro per tutelare il suo attaccante.

«Ciro non è solo un calciatore. Non è solo l’attaccante della Lazio. È arrivato in punta di piedi, in silenzio. Oggi, per lui, parlano i 150 gol segnati con la nostra maglia. Eppure Ciro Immobile non è solo questo. È stato proclamato ‘King Ciro’ dalla sua gente, da noi che ci lavoriamo insieme ogni giorno. Ciro è un Re umile, che lavora dando l’esempio, un uomo che si sacrifica e che ama: la nostra Società, i suoi compagni, i suoi tifosi e la sua splendida famiglia». 

In ultima battuta Rao, portavoce della società capitolina, ha alzato la voce dopo il duro attacco del presidente Cairo contro Immobile e lo ha fatto per mezzo di un comunicato stampa.

«Ieri sera all’Olimpico sono successe cose molto gravi per il mondo dello sport, che la Lazio non può far passare sotto silenzio. Una reazione scomposta, del Presidente Urbano Cairo, fuori luogo e in violazione delle norme, anche di lealtà, probita e correttezza, di cui qualcuno dovrà rispondere nelle sedi preposte: nessuno può permettersi di avere atteggiamenti padronali, tantomeno a casa nostra. 

La verità l’ha mostrata il campo: la Lazio, a partire da Ciro Immobile, ha profuso ogni energia per onorare fino all’ultima partita il campionato, anche se qualche discutibile interpretazione e tanta sfortuna hanno tolto alla squadra un successo meritato. Il calcio è anche questo, ma forse qualcuno sperava in qualcosa di diverso. E questo non è il calcio, non è il nostro calcio.

Proprio per questo tuteleremo il nostro Capitano e la Società in tutte le sedi, legali e sportive, dalle accuse infamanti che rispediamo convintamente al mittente.

Il nostro campionato e’ stato accompagnato da una incessante campagna diffamatoria, che ha macchiato l’immagine sportiva della Lazio e ne ha condizionato i risultati. Non permetteremo che accada di nuovo».


 



 

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