E-CHE-CAZ*0.
Ecco la parola più adatta a descrivere la partita di martedì sera. Punto più altissimo dei 90 + 40000 di recupero LUIS ALBERTO che si è incazzato. Tanto per far capire il disagio che avevo.
È successo di tutto. Un rigore negato, Muriqi vistosamente vivo, un rigore sbagliato. E-CHE-CAZ*0.
Mai un pizzico di Karma buono, perché ok, Muriqi non sarà un campione, ma onestamente era diventato il cardine di ogni sfottò possibile e speravo nel gollazzo che avrebbe mandato Cairo ai matti.
Almeno l’avrebbe finita di giocare tiro al bersaglio con la Lazio, Lotito e mo’ pure Immobile, sarebbe andato giù con tutti quelli che meritano di essere bersagliati davvero.
Ma pietra sopra. Lo stacciamento di maron per i tamponi e per le paturnie di Cairo è ora di lasciarlo al passato.
Cioè, rendiamoci conto che a causa delle mollezze biancocelesti, non abbiamo vissuto il finale che meritavamo. Mollezze che, almeno secondo me, appartengono ad un calciomercato superficiale e non certo ai ragazzi in campo.
Abbiamo dovuto mandar giù le prese per il culo giallorosse, inutili e fastidiose, a ‘na certa anche un santo ne tirerebbe giù qualcuna.
E, sia chiaro, la partita contro il Torino non mi è piaciuta. Mi è piaciuto solo Alberto incazzato. Perché l’ho detto in lungo ed in largo, lui è il primo ad essere pesante, polemico, cringe, ma io amerò sempre la garra ai limiti infranti del trash.
Per il resto continuerei a puntualizzare le cose fino a farmi scendere il latte alle ginocchia, continuerei a preoccuparmi di cosa arriverà a Formello, di cosa penserà Tare e di quale sarà l’opinione di Lotito.
Ma quantomeno non mi nascondo, quantomeno non cerco di far passare qualcosa di diverso rispetto a ciò che è.
La Lazio è stata questo: ha sminchiato il suo finale che poteva essere lieto per noi che l’abbiamo seguita da casa attraverso uno schermo.
A maggior ragione l’abbiamo vissuta male, soprattutto per le ultime gare perse nella poraccitudine del gioco e della grinta con un atteggiamento ai limiti del tollerabile.
Se ci si pone su un piano di superiorità non avendo la piena coscienza di quello che sei andato a comprare la scorsa estate, allora doveva andare così.
Ora, parliamoci chiaro, era un match alla VAMOS A LA PLAYA, la Lazio ci ha fatto almeno il favore di non scendere in campo in infradito e la vittoria a nulla sarebbe servita se non a far strippare Cairo fino all’ultimo. Lo sappiamo noi e lo sapeva Inzaghi, quantomeno avrebbe gradito una chance di salvezza per il fratello.
Strakosha non ha preso un gol mentre prima ne prendeva uno a caso, Patric non ha fatto cazzate e Sirigu ha parato un rigore.
E punisce Immobile giusto per dimostrare che, ehi, saranno scarsi ma almeno a loro il risultato serviva a qualcosa.
Insomma, dicevo, non abbiamo scoperto niente di nuovo, sappiamo tutti che senza una panchina di livello, escluso PEREIRA, il finale di ogni campionato sarà al 99% sminchiamento del buono fatto e ‘1% te dirà bene con tutti i titolari in forma.
L’ intenzione di cercare un povero disgraziato da rilanciare, possibilmente sotto, non ha mai pagato.
E quando questo discorso diventa chiaro agli occhi di tutti in diretta tv, devo dire che è meno soddisfacente di quello che si potrebbe pensare.
In realtà confesso che realmente è tutto confuso.
Ed ho percepito la confusione di tutto l’ambiente a dire il vero.
Cioè ma capite?
Non si fa altro che parlare di Inzaghi, di un ciclo finito, di nomi a sostituzione. E crea CAOS SU CAOS.
Perché tanto il giorno in cui deciderà che si è scocciato del duo atomico Lotito/Tare, non ci sarà niente che potrà salvarvi.
Ora, io non sono una che ama attaccarsi alle parole e per me tante cose si dicono così, ma non si dovrebbe creare hype intorno a determinate faccende. Sul web e fuori.
Ecco, io non pretendo che una squadra debba vincere sempre e comunque, che ci faccia solo gioire senza nemmeno una piccola incazzatura.
Ma, forse, ci si potrebbe impegnare quantomeno a regalare un po’ di spettacolo soprattutto quando non serve più a nessuno.
Ci ha pensato Luis Alberto testa a testa con Rincon.
Le cose vanno viste poi dopo, con lucidità. È vero, forse tutto -o quasi- ha fatto schifo, ma ditelo a voce bassa che sennò ve mando Alberto.
Simplemente, Xoxo.