"Tu che m’hai preso il cuor" certamente,  sul "sarai per me l’unico amor", ho qualche perplessità. V’ho detto!
Tutto cominciò da quel sorriso, quel maledetto sorriso…
È che in questo tempo di estrema incertezza alla "checaz*osuccededomani", alcune domande me le sono fatte. E me le sono fatte soprattutto a causa della vecchia guardia praticamente smantellata.
Lucas Leiva non ha i dentini da latte e non so se sono più commossa dal fatto che smenti’ ogni vociare sulla sua partenza in prima persona, o terrorizzata dall’idea che poi, alla fine della fiera, i contratti valgono come il due de coppe a briscola.
RECALL: Nel 2019 il rinnovo con la Lazio fino al 2022. Un mesetto fa, aveva perculato malamente i giornalisti che lo volevano con le valigie in mano ed un biglietto per il Gremio.
Però, ultimamente, vivevo nell’incubo che pure il brasiliano poteva svegliarsi con le balls girate e la malsana idea di cambiare aria.
Tipo un’altra attesa infinita su un prolungamento del contratto.
Invece, oggi, sono vicina ad avvertire quel senso di leggerezza che divento tutta uno zuccherino zuccheroso.
Volevo trattenermi un po’, ma sarò buonissima. Al massimo mi terrò lontana dai social e dai soliti ritornelli " è vecchio".
Orde di giovini pronti a cacciare chiunque abbia superato i 29 anni d’età.
Questo periodo, dal derby fino al 30 maggio,  per noi laziali è stato penoso, il punto più alto per me è stato toccato dalla certezza di tenermi almeno Leiva. E se questo è stato il mio BEST, pensate il resto.
Perché, io, tante dichiarazioni rilasciate dal chicchessia di turno, le ho trovate ridicole, ai limiti della noia tollerabile.
E perciò, mi sono aggrappata alle certezze lasciando "la gente parla non sa di che cazzo parla", in un angolo.
Se ne parlò per mesi, a bassa voce, ma un trafiletto a piè di pagina lo leggevi sempre.
"Leiva torna al Gremio, il club che lo ha lanciato".
A me sembrava una mossa palesemente studiata per creare l’ennesima tensione in casa Lazio con la panchina di Simone Inzaghi che, per quanto possiamo aver fatto orecchie da mercante, si sentiva scricchiolare a chilometri di distanza.
Dietro c’era il nulla cosmico e non ve lo dico io, ve lo ha detto Leiva in persona.
Però, nell’isterismo di addii dolorosi come quello di Lulic bisbigliato già a dicembre, avevo iniziato a dubitare del sincero affetto di Lucas nei confronti di Formello.
Donna di poca fede!
Parliamone bene della dichiarazione del numero 6 biancoceleste:
“Smentisco le voci di un mio accordo con il Gremio. Faccio questo post nel rispetto dei tifosi laziali, ma anche del Gremio. Dopo quattro anni di vittorie importanti con questa maglia, non sarà una notizia falsa a rovinare il rapporto che ho con i tifosi laziali”.
Avete capito che ha detto di preciso?
Un post che lascia un po’ intendere un amore in senso romantico, come quello che si prova per una squadra che non è per te solo una squadra. È quasi "casa".
La risposta ovvia ad una domanda che nessuno avrebbe dovuto fare.
Ora, voglio dire, a prescindere dalle simpatie personali e dall’età, tutti vanno cercando i giovanotti ma, raga’, una squadra senza spina dorsale è il vuoto.
E io sto qui a ribadire quanto affetto reale possa provare per Lucas Leiva e che, se potessi scegliere chi "sacrificare", non lo farei nemmeno in barba alle sue 34 candeline.
La verità? 
Qualcuno è ossessionato dall’eterna giovinezza, ma è un concetto sbagliato, è allucinante solo il pensiero di preferire la carta d’identità al mestiere.
Vi ricordo che Vavro ha 25 anni.
È tutto così caricatura che non voglio dilungarmi nemmeno a parlarne. Perché i fatti parlano da soli, non ci sarebbe nemmeno bisogno di stare qui a sciorinare i mille motivi per cui scelgo Leiva. Come avrei scelto ancora Parolo e Lulic.
Consecutio degli eventi per tirare conclusioni ovvie.
Lucas non potrà mai essere una povera vittima sacrificale, au contraire, è uno dei personaggi più forti che gira a Formello.
E visto che è una mia opinione, concludo ribadendo che è tra i BEST. E non accetto obiezioni in merito.
Credo che la sua permanenza sia meritocraticamente la più giusta.
Intanto aspettiamo Sarri...la fine della telenovela, insomma, c’ho da fa’.
Kiss Kiss, xoxo, GUDDDDBAIIII.
Nota a margine:
*Da quando ho visto Leiva, ho capito che lo stereotipo del brasiliano è una mera stronzata. Mi aspetto sempre Brazil Brazil lalalaaa tutto riccetto… È arrivato ‘no svedese. Ma quanto di più differente possa esistere nel Creato.
Simplemente, Xoxo.

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