Ecco di seguito riportata la trascrizione dell’intera intervista andata in onda ieri sera su Sportitalia!

"332 giorni che non parlo? In questo periodo non ho fatto niente di particolare, ho fatto quello che non potevo fare troppo prima. Sono stato con la famiglia, ho letto tantissimo, ho visto tante partite e ho visto tante corse ciclistiche. Vengo da una famiglia di ciclisti, lo era mio nonno, mio padre era corridore professionista, è sempre stata una passione di famiglia. Guardo delle corse di ciclismo e la sera chiamo Davide Cassani (ct della nazionale, ndr) per farmi spiegare i dettagli. Ho visto tanto calcio, non tantissimo, è stato un anno particolare, sinceramente non mi è pesato tanto stare fuori, gli stadi vuoti hanno portato un po’ di tristezza. Non mi veniva neanche troppa voglia di tornare velocemente…". 

TRIONFI. "Scudetto con la Juve sottovalutato? Era dato per scontato all’esterno, purtroppo anche all’interno. Abbiamo vinto uno scudetto senza festeggiarlo, siamo andati ognuno a cena per conto suo. Forse l’anno giusto per allenare la Juve sarebbe questo, dopo il quarto posto, che ho visto hanno festeggiato, forse si sono create le condizioni per allenare. Quando una squadra viene da così tanti anni di scudetto può anche succedere che tutto l’ambiente dia per scontate le cose. Nello sport le vittorie non sono mai scontate. Bisogna fare tutto bene e a volte non basta. Non posso prendere squadre in corsa? Quest’anno per me non c’erano le condizioni, il calcio con gli stadi vuoti era difficile trovare la voglia giusta per rientrare con le caratteristiche giuste. Non è stato un anno pesante, non mi è pesato stare fuori, ora che si rivedono gli spettatori allo stadio la voglia comincia a riprendere il sopravvento".

RICHIAMATO DAL NAPOLI"Perché ho detto di no al Napoli a gennaio? Perché non avevo la certezza di poter essere molto utile in corsa, non c’erano tanti presupposti. A tutte le società che mi hanno cercato a stagione in corso ho detto la stessa cosa, che la mia decisione era questa ma ero a disposizione per parlarne a luglio. Sarei stato a disposizione in estate per il Napoli, a gennaio non era una trattativa vera e propria, ma un’informazione sulla mia disponibilità".

CR7. "Non è una gestione semplice, lui è una multinazionali che ha interessi personali che devono essere abbinati a quelli della squadra. Difficile da gestire, mi ritengo molto più bravo a fare l’allenatore che il gestore, mi diverte di più. Ci sono tanti aspetti positivi, Ronaldo a fine anno porta numeri importanti. Quando uno arriva a questi livelli rappresenta qualcosa che va oltre alla società e alla squadra, ha più di 200 milioni di seguaci, va oltre alla normalità. Il prodotto della nostra società, sento parlare tanto dei giocatori e poi delle squadre. Il valore della squadra non corrisponde mai alla somma dei singoli. È nettamente superiore o inferiore". 

JORGINHO E KANTÉ. "Se vincesse anche l’Europeo diventa papabile, è un giocatore raffinato, quindi probabilmente non capibile da tutti. Devi mettergli gli occhi addosso e vedere solo lui, talmente intelligente che fa sembrare tutto facile. Raramente ti rimane qualcosa di memorabile negli occhi, ma qui è la sua grandezza, nel muovere il pallone, anche a un tocco. L’ho ritrovato al Chelsea, stava per firmare con il City, grazie a un mediatore siamo riusciti a intervenire e a portarlo al Chelsea. I tifosi e i giornalisti a Londra inizialmente hanno fatto fatica a capirlo, poi ho visto che è esploso in popolarità, ha fatto anche il capitano, sono contentissimo perché lo merita. Lui meglio in un centrocampo a tre che a due. Kanté è mostruoso, quantità e qualità, basta vedere i dati spaventosi. Ti recupera mille palloni, può giocare a due o a tre, parliamo di giocatori di livello non indifferente. In questo momento purtroppo non possono venire in Italia". 

DYBALA E DE ZERBI. "Io penso che non sia difficile recuperarlo, è un fuoriclasse. Mi ha detto che gli sarebbe piaciuto in futuro tornare a lavorae con me, ha avuto infortuni, non ha avuto la possibilità di essere al 100%, ma con la sua qualità diventa un recupero semplice. O ci puntano o lo cedono per me alla Juve. Mi piace molto De Zerbi, sono esterrefatto che a quell’età sia costretto o scelga un’esperienza all’estero, che non ci sia una squadra pronta a puntarci. Lì può spiccare il volo per l’Europa, mi dispiace non vederlo in Serie A, ci sono altri giovani bravi come Italiano. De Zerbi aveva per me dimostrato abbastanza per essere messo sotto contratto da una grande".

LITIGIO CON NEDVED. "Non è assolutamente vero, c’erano discussioni post partita dopo una gara tra Udinese e Juve, non mi è piaciuta la squadra che aveva mollato dopo aver vinto il campionato. Staccare la spina e riattaccarla non è semplice, la squadra doveva fare il massimo fino all’ultima di campionato per poi presentarsi al meglio in Champions. Staccare la spina era un errore e l’ho sottolineato a tutti, calciatori e dirigenti".

SARRI CONTRO MOURINHO. "Roba giornalistica, giocheranno Lazio e Roma, né io potrò segnare, né Mourinho salvare un gol. Contano le squadre, più dei giocatori e degli allenatori. Importante sarà fare un grande lavoro, tornare a divertirsi, fare un calcio che mi piace. Quando un tecnico si diverte lo trasmette e dopo un po’ cominciano a divertirsi anche i giocatori. Quando si divertono i giocatori si diverte anche il pubblico. Che per vincere bisogna giocare male è un luogo comune… Io mi sono divertito molto al Napoli e gli ultimi mesi al Chelsea. Scudetto col Napoli perso in albergo? Tutti quelli che hanno fatto sport sanno a cosa mi riferisco, ci si può costruire sopra gli sfottò, la squadra aveva visto lo spiraglio aperto e l’ha visto chiuso in 2 minuti. Mentre salivo in camera ho visto giocatori piangere per le scale, c’era stato un contraccolpo feroce, come se fosse finito il sogno su quegli episodi discutibili". 

EX PUPILLI. "Higuain è un giocatore particolare, quando si accende è un fenomeno. Altri momenti è difficile farlo accendere. Callejon è un giocatore perfetto, ordinato, rendimento costante, ci si può fare affidamento, determinante per gli equilibri della squadra. Su Insigne mi scappa da ridere,da qualche anno è il giocatore italiano più forte. Viene subito messo in discussione se sbaglia 5 minuti, con l’Italia ha fatto un gol che se lo fa un altro lo mandano al tg per un mese di fila. Credo sia l’italiano più forte, non sempre viene compreso. Stiamo parlando di 3 ragazzi a cui sono fortemente affezionato, li allenerei di nuovo tutti e tre. Se avessi bisogno di talento direi Insigne, avessi bisogno di equilibrio allora Callejon".

MERTENS. "È stata anche una botta di culo. A Bergamo eravamo in 10, avanti 2-1, loro attaccavano, c’erano gli spazi per ripartire, abbiamo tolto Higuain e messo Mertens, pensavo che in quell’occasione potesse essere utile. In un quarto d’ora ha preso due rigori e fatto il diavolo a quattro. Perso in estate Higuain, avevamo difficoltà, si è infortunato Milik e allora siamo tornati a quel tentativo. Mi ricordo la discussione nello spogliatoio, mi chiese ‘mister, ma secondo te ci posso giocare?’. Gli dissi ‘secondo me puoi fare 18-20 gol’. Ne fece 28. Ecco, lo poteva fare…". 

POSSIBILITÀ ROMA. "Non so quanto sia stato vicino alla Roma, non ci ho mai parlato direttamente, secondo i miei agenti abbastanza vicino. Ma non lo so sinceramente. Se venderei Cristiano Ronaldo fossi ancora alla Juve? Dipende dalle esigenze della società, se si vuole risparmiare sul monte ingaggi devono fare una scelta. Meglio rinunciare a un giocatore che a 5-6 che fanno la stessa somma… Se non c’è questa esigenza allora va fatta una squadra per Ronaldo". 

PROGETTO LAZIO. "Se si può fare il 4-3-3? Cambiando qualche giocatore. Nella rosa attuale non ci sono esterni alti, qualcosa bisogna cambiare. Sono sempre stato visto come un integralista, ho fatto il 4-2-3-1 e mi dicevano fossi integralista del 4-2-3-1. Ho giocato col 4-3-1-2 e mi hanno detto fossi integralista del 4-3-1-2. Gli ultimi anni ho fatto il 4-3-3 e mi hanno dato dell’integralista del 4-3-3. In realtà ho fatto tanti moduli diversi. L’unica cosa che non posso fare è la difesa a 3. L’idea di fondo sarebbe il 4-3-3, poi vediamo che dice il mercato".

LAZZARI. "Mi state facendo parlare troppo di Lazio e questo mi dispiace, vorrei farlo in fase di presentazione. Questo ragazzo, con la gamba che ha, penso si possa adattare a fare tutto. Sugli allenatori giovani? L’effetto Guardiola ha fatto tanti danni, si è presa l’eccezione facendone la regola, molti tecnici così si sono bruciati. Sulla scelta della Juve con Pirlo bisogna chiederlo ai dirigenti bianconeri, a volte si rischia di frenare la carriera di ragazzi che potrebbero fare grandi cose con un pizzico di esperienza in più".  

CAMBIAMENTI. "Noi senza renderci conto cambiamo continuamente, impensabile essere l’allenatore o l’uomo di Empoli. Credo sia naturale. Io ho delle esigenze quando alleno, cioè trovare la società che mi faccia fare l’allenatore da campo a 360 gradi, se mi fanno fare qualcosa di diverso mi intristico, vado in frustrazione, non è qualcosa per cui mi sono dedicato al 100% come lavoro. Parlo di caratteristiche mie, possono essere anche un limite. Sarò sempre portato ad ambienti in cui mi posso esaltare, se non mi diverto sono in difficoltà". 

ROMA CONTRO MILANO. "Più importanti gli allenatori di Lazio Roma che di Inter e Milan? Questo non lo so, voi parlate e dite "sulla carta". Bisogna sempre andare in campo e dimostrare. Il nome e i successi del passato non sono garanzia di successi in futuro. Il mio obiettivo è avere una squadra che ha come scopo il duro lavoro settimanale per poi divertirsi la domenica. Per me quando l’ambiente trova questa reazione è più facile vincere. Quando dicono che giocando male sia più facile vincere, sinceramente non lo capisco. Non so per quanto tempo ancora vorrò ancora allenare, ora ho bisogno di un’esperenza gratificante, non parlo di classifica e risultati, ma a livello professionale".

RICORDI JUVE. "A metà ottobre feci una riunione con lo staff. Chiesi a tutti: ‘andiamo dritti per la nostra strada e andiamo via tra 20-30 giorni, o vinciamo il campionato e andiamo a casa lo stesso? Abbiamo deciso di vincere il campionato". 

RICHIESTE TATTICHE. "La differenza non è la difesa a tre o a quattro. Io faccio richieste che non sono molto usuali, possono essere difficili da comprendere per gente che da anni pensa in maniera diversa. Ho visto nel corso degli anni che con me hanno fatto meno fatica i giovani che gli esperti. L’unica eccezione, ma stiamo parlando di uno di un livello assoluto, è stato Albiol. Lui si è subito inserito nelle mie richieste". 

OBIETTIVI. "Io voglio che la società mi dia un obiettivo, quello che può spendere spenderà, quello che non può non spenderà. Anche la storia della Juve che deve vincere la Champions per forza è falsa, la Juve ha fatto sempre ottime squadre, può anche vincere la Champions ma quando vedo i fatturati è decima in Europa. Ci sono 9 squadre che potenzialmente potrebbero avere più possibilità della Juventus di vincerla". 

FIORENTINA E CHELSEA. "Con la Fiorentina prima di Prandelli c’è stata qualche richiesta. Ho dato la stessa risposta e disponibilità per giugno. Con Marina al Chelsea ho fatto un errore clamoroso, cioè quello di venire via a tutti i costi. Dopo l’Europa League avrei avuto carta bianca per restare, mi ha fatto anche un po’ di ostruzionismo per andare via. Ho commesso un errore clamoroso. Volevo tornare in Italia, ho vissuto il Chelsea in un anno particolare, con Abramovic che non poteva tornare in Inghilterra, assente sul territorio. Una situazione abbastanza difficile. Era tutto in mano a Marina, aveva tanti problemi da risolvere. Un errore di valutazione clamoroso da parte mia, poi sarebbero arrivati tanti giovani che sarebbero stati perfetti per me. Werner, Mount, Havertz, ecc ecc…". 

GIROUD E PEDRO. "Oliver è un grandissimo professionista, c’è sempre nel momento di bisogno. Il giorno prima della finale di Europa League Zola mi chiese "che idee hai per domani?". Io risposi ‘giocano sicuro Giroud e Pedro, gli altri nove sceglili te. Loro due non hanno mai fallito una finale. Pedro alla Roma? Non ha avuto la possibilità di giocare partite decisive, quando c’è una gara importante non sbaglia mai. Mi piaceva, tecnico e rapido, io per questi ho un debole, forse non sono imparziale. Un grande giocatore, di quelli anche sottovalutati, ha vinto tutto". 

ITALIA. "Sinceramente non ho visto tante partite dell’Europeo, quelle dell’Italia quasi tutte, di altre sono sprazzi. L’Italia è quella che gioca il miglior calcio, dalle scelte che erano state fatte mi aspettavo una squadra brillante e tecnica. Bravo Mancini a scegliere quei calciatori".

SPALLETTI. "Nell’ultimo periodo non l’ho sentito, ha l’esperienza giusta per gestire la squadra e le situaizoni. In bocca al lupo perché a Napoli è dura, De Laurentiis non è un presidente semplice, ma i risultati li porta".

LOTITO. "Per quello che l’ho conosciuto è diverso da De Laurentiis. Poi le esperienze precampionato sono tutte belle e facili, quando ci sono le difficoltà si vedono le persone. L’augurio è che le mie sensazioni siano giuste. Beoni nello staff tecnico? L’ho visto l’altroieri, quest’anno non sarà con me. Ho dovuto ridimensionare il numero dei collaboratori, per il momento è a casa, ci rimarrà pochissimo viste le qualità. È un allenatore che ha fatto una carriera inferiore rispetto alla sua bravura". 

SALUTI. "Ho promesso al mio cardiologo che non avrei fumato più. Devo fare i conti con lui, gli avevo fatto una promessa…".

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