La vita è tutta una questione di tempo. "Ogni cosa ha il suo tempo" recita un vecchio detto ed il calcio non è certo da meno.
C’è il tempo che ci siamo sciroppati quell’accollo insostenibile di difesa rimaneggiata ed orfana di Luiz Felipe.
Che, per carità, avrà i suoi difetti pure lui, nessuno lo mette in dubbio, ma io giuro che non mi capacito di come scientemente lo si possa criticare.
Infatti, da Inzaghi a Sarri, non c’ha mai manco pensato nessuno a metterlo in discussione.
Luiz Felipe non è per niente un drama boy, si era studiato bene il copione della "scommessa modello" con tutte le voci da spuntare dalla lista dei cliché Formelliani.
Lo apprezzo tantissimo, lo confesso e non mi tiro indietro se devo sbandierare ai quattro venti che, almeno per me, è un difensore dotato di tecnica e cazzimma. Non sarà forse un assoluto talento, può non rientrare nei gusti di tanti, ma penso sia un calciatore con capacità e coefficiente interessante.
E la pluralità delle percezioni umane, è la cosa che ci distingue gli uni dagli altri.
Partita dopo partita ha dimostrando di avere un reale merito.
Era un calciatorino pieno di garra e trash che, nel tempo, confermò queste impressioni.
Per uno così, anni fa, ci avremmo messo la firma. Ai tempi del fu Novaretti, tanto per capirci.
Luiz Felipe ha vissuto annate segmentate, giorni persi, mesi di fermo e, allora, se proprio devo trovargli un difetto a ‘sto benedetto figliol, certamente è da ricercare nella forma fisica. Non ottimale il più delle volte.
Dire che non mi aspettavo di sentire nostalgia quando non ci stava, è una stronzata perché, al suo meglio, riesce a reggere il 70% dell’intero reparto.
Gli errori… Eh, sono conseguenza di un’età giovane e della fretta, l’arte del mestierante arriva man mano, quando superi i 30 per capirci.
E, dunque, non gli faccio una colpa di nulla.
Contro l’Inter toccherà a lui essere il protagonista assoluto della retroguardia. Riuscirà a fare le veci di Francesco Acerbi?
Forse facciamo tutto da soli, ce la cantiamo e ce la suoniamo.
Io resto una inguaribile ottimista che dà fiducia pure a Muriqi, qualcun altro sguazza nel pessimismo.
Ripeto; ce la cantiamo e suoniamo da soli.
L’importante però è crederci, oh.
Almeno ho smesso di fare la Drama Queen e di essere una sana dispensatrice di ansie. E’ giusto che ci sia pure un pizzico di angoscia quando si deve spaccare il mondo in due.
E poi ci sarebbe Luiz Felipe ancora, come potrei non amarlo!
E trovo qualcosa che valga la pena commentare senza scuotere la testa.
Avere simpatie HUMANUM EST ed io non mi nascondo dietro un dito, non fingo chissà quale pippardozzo senza ammettere che lo stra-amo. Non fosse altro che per punti altissimi di trash che sa regalare.
Se a questo aggiungiamo che davanti la porta di Reina spesso e volentieri pareva un campo di battaglia, allora ben venga RAMOS e la cazzimma. Con o senza fanfara, con o senza i consensi social.
Dopotutto, gioie mie, fondamentalmente tutta la filosofia di gioco sta nel tirare avanti la barcacce e non abbassare mai la testa.
La zona atterrata ha sempre lasciato parecchio a desiderare. A mio modesto parere.
Non succedeva nulla per minuti interi e poi PANIC, spunti interessanti per gli avversari.
Una difesa che ha diviso e ricomposto la tifoseria sull’assenza di dinamica di gioco. Va beh che il calciatore deve essere all’altezza, ma le partite sono pure spettacoli televisivi.
Ok, le simpatie personali, comunque sono realmente convinta che Luiz ragazzo sappia giocare a calcio. E lo fa bene.
A chi sui social si è dedicato a scrivere trashate pazzesche su di lui, dico solo che per tutto il resto c’è Fortuna Wallace.
Luiz Felipe? Sapete che me fido.
Simplemente, Xoxo.