Che i rapporti tra Lazio e Marsiglia non fossero idilliaci ce ne eravamo accorti un po’ tutti (ricordate 4 anni fa la loro reazione alla nostra maglia bandiera in versione europea, nero su nero?).
La novità semmai è che a complicare il tutto ci si metta anche il governo francese, che di fatto vieta l’entrata ad ogni tifosi laziale non solo nello stadio, non solo a Marsiglia, ma sull’intero suolo nazionale francese. Un gesto incomprensibile ed incommentabile, che rischia di creare un precedente di discriminazione sportiva (o territoriale?) piuttosto grave.
Queste le parole presente nell’ordinanza scritta dal ministro dell’interno francese Gerald Darmanin: "Viaggi individuali o di gruppo, con qualsiasi mezzo, per valichi autostradali, porti e aeroporti francesi, sono vietati ai tifosi della Lazio o chi si comporta come tale. Il comportamento violento di alcuni tifosi della Lazio in modo ricorrente intorno agli stadi e nei centri cittadini dei luoghi di ritrovo nonché la ripetuta interpretazione di canti e saluti fascisti".
Tralasciando la poca correttezza grammaticale, resta gravissimo il messaggio.
Non si è fatta attendere la risposta della Societa Sportiva Lazio, attraverso un comunicato ufficiale:
"La decisione del Ministero dell’Interno francese di vietare in via precauzionale la trasferta nella città di Marsiglia ai tifosi della Lazio non sorprende ed è in linea con quanto già deciso dalle Autorità italiane nella partita d’andata. A stupire sono piuttosto le modalità di applicazione dell’ordinanza su scala nazionale e le sue ingiustificabili motivazioni (di cui è stata data notizia anche sui tg nazionali): la Lazio non può accettare un’offesa gratuita a tutta la tifoseria biancoceleste ed alla Società stessa, che ha sempre combattuto con azioni concrete i comportamenti violenti ed ogni tipo di discriminazione, dentro e fuori gli stadi".
"La Società Sportiva Lazio – prosegue la nota – ha sempre posto in essere iniziative tese a promuovere i principi valoriali dello sport ed il superamento di tutti gli steccati di carattere sociale, culturale, economico, etnico e religioso come è stato ampiamente riconosciuto anche ai massimi livelli istituzionali. Abbiamo visto peraltro che la violenza negli stadi è un fenomeno purtroppo ancora diffuso e preoccupante, a partire da quanto è accaduto recentemente proprio al Velodrome di Marsiglia. Ci attendiamo quindi un chiarimento da parte delle istituzioni francesi ed una presa di posizione netta della nostra diplomazia verso espressioni di qualunquismo che dovrebbero indignare tutti gli italiani, a prescindere dall’essere tifosi o meno e dai colori delle proprie bandiere"
Se fino a ieri quindi la situazione aveva assunto dimensioni assurde ed incomprensibili, oggi ha poi definitivamente scavalcato i confini sportivi entrando a pieno diritto in orbita politica.
Fratelli d’Italia chiede al Governo di "attivarsi immediatamente per impedire l’immotivata discriminazione creata dal provvedimento del Ministero dell’Interno francese che vieta l’ingresso in Francia a tutti i tifosi della Lazio o a chiunque si presenti come tale il 3 e 4 novembre", si legge in una nota di Giorgia Meloni.
"Ci troviamo di fronte a un pericoloso precedente: in occasione di una partita di calcio, in questo caso Marsiglia-Lazio, il governo di Parigi non si limita a vietare l’accesso allo stadio o alla città che ospita la partita ma arriva addirittura a negare l’accesso su suolo francese "dai posti di frontiera stradali, ferroviari, portuali e aeroportuali" non solo a chi vorrebbe andare allo stadio ma a chiunque si dichiari sostenitore di una squadra. Ci aspettiamo dal presidente del Consiglio Draghi e dal governo italiano una presa di posizione netta su un provvedimento che va contro tutte le leggi internazionali sulla libera circolazione delle persone", aggiunge la leader di Fdi.
Difficile prevedere come si svilupperà questo incidente diplomatico, resta però una sgradevole sensazione: tra i tifosi violenti di Marsiglia e Bergamo, gli unici a pagare alla fine sono sempre i laziali.